L'Italia ha messo a disposizione un porto per "effettuare le operazioni di trasbordo di agenti chimici siriani", che saranno "distrutti in acque internazionali". Lo conferma la Farnesina nel giorno in cui due navi norvegesi e danesi si apprestano a partire per la Siria e prelevare gli agenti chimici. I materiali, caricati "in container sigillati, secondo rigidi standard tecnici e ambientali", saranno poi caricati su una nave Usa per la distruzione in acque internazionali tramite idrolisi.
Due le regioni ipotizzate: Sardegna o Sicilia. La possibilità dello sbarco nell’Isola delle armi di Assad aveva fatto scattare la reazione contraria dei politici sardi.
Intanto le navi danesi e norvegesi che dovranno portare fuori dalla Siria i materiali chimici più pericolosi dell'arsenale di Damasco hanno lasciato oggi il porto cipriota di Limassol alla volta del porto di Latakia. E' l'inizio della prima, cruciale, fase delle operazioni di distruzione dei gas, un complesso meccanismo che secondo i piani iniziali si sarebbe dovuto completare entro il 31 dicembre.
Le condizioni di sicurezza sul terreno, in particolare i combattimenti sulla strada da Homs a Latakia, ed il maltempo che ha flagellato la regione hanno rallentato i tempi. Ma, stando a quanto si apprende, l'imbarco di circa 700 tonnellate dei materiali più pericolosi sulle due navi mercantili messe a disposizione da Norvegia e Danimarca potrebbe essere completato già entro la fine di questa settimana. Successivamente le navi faranno rotta verso il porto che l'Italia, come confermato oggi dalla Farnesina, ha messo a disposizione per le operazioni di trasbordo sulla nave militare americana 'Cape Ray', attrezzata con speciali impianti per la distruzione dei materiali.
Lunedì prossimo l'olandese Sigrid Kaag, coordinatrice dell'operazione Onu-Opac, aggiornerà i membri del Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche all'Aja in vista di una nuova riunione straordinaria del Consiglio che si terrà mercoledì. Sulla tempistica e sui dettagli dell'operazione vige il massimo riserbo, ma alcune fonti indicano che il trasbordo sulla nave americana in porto italiano potrebbe avvenire "nell'ultima settimana di gennaio".
Secondo quanto riferito da un portavoce del Pentagono, Frank Kendall, la 'Cape Ray' è ancora in fase di preparazione a Portsmouth (Virginia) ed avrà comunque bisogno di dieci giorni di navigazione per arrivare nel Mediterraneo. Il capitano della nave, Rick Jordan, ha riferito che "non è stato ancora confermato in quale porto italiano attraccherà". Non è stata data indicazione inoltre sulla data esatta in cui la nave Usa potrà salpare.
Nel frattempo le navi mercantili danese e norvegese caricate con i materiali chimici siriani resteranno sotto la stretta protezione non solo di navi russe, che entreranno nelle acque territoriali siriane, e americane, ma anche della 'Yancheng', fregata della marina militare cinese che proprio oggi è arrivata a Limassol. Ed è la prima volta nella storia che una nave da guerra di Pechino partecipa ad un'operazione nel Mediterraneo.
Ancora non è stato chiarito dove saranno diretti i due mercantili e dove attenderanno l'appuntamento con la 'Cape Ray'. Fonti Opac riferiscono che si cercherà di evitare il rischio di affrontare burrasche in alto mare. Le navi quindi potrebbero restare al limite delle acque territoriali siriane finché non sarà possibile l'appuntamento in Italia. Il ministro della Difesa cipriota, Fotis Fotiou, ricevendo l'ambasciatore cinese per mettere a punto i servizi di assistenza per la 'Yancheng' ha ribadito che Cipro non permetterà l'attracco delle navi mercantili.
(Ansa)