Che questo fosse un Natale difficile per il Sulcis era chiaro a tutti e non poteva essere altrimenti vista la chiusura delle principali realtà produttive e la disoccupazione dilagante che nell'ultimo anno ha assunto drammatici contorni. Sono ormai migliaia le famiglie sotto la soglia di povertà e sostenute esclusivamente grazie ai centri Caritas e i Servizi Sociali dei comuni.
Non va diversamente per Ilario, padre di due bambini e marito di Alessandra, che 19 anni fa si ammalò di leucemia linfoblastica acuta rimanendo, nonostante la guarigione, invalido a causa delle cure alle quali si sottopose e che gli lesionarono seriamente diverse parti del corpo, il ventricolo sinistro in particolar modo. Per anni gli fu riconosciuta un'invalidità del 76% grazie alla quale riceveva una pensione che gli permetteva di andare avanti. Fino al 2006, anno in cui la pensione venne revocata in circostanze ancora da chiarire.
Oggi a Ilario viene riconosciuta dallo Stato un'invalidità del 46% che gli dovrebbe garantire un lavoro ma nessuna indennità. Purtroppo le sue condizioni di salute non gli permettono di svolgere mansioni pesanti, sempre ammesso che qualche tipologia di impiego sia ancora disponibile nel Sulcis, territorio nel quale vive. In passato ha svolto diversi lavori compatibili con la sua condizione fisica, ma da molto tempo ormai non riesce più a trovare nulla.
Ilario, che Natale sarà per voi?
Purtroppo non ho più i genitori e questo per me è un ulteriore elemento di tristezza. Il Natale lo passeremo a casa insieme a mio fratello e mia suocera. Percependo esclusivamente i 200 euro dell'assistenza mensile sarà un Natale povero soprattutto per i miei figli”.
Avete chiesto aiuto?
Sinceramente ho sempre la speranza anche se più volte ci siamo rivolti al Comune per chiedere aiuto anche solo per pagare le bollette e spesso questa disponibilità non c'è stata o c'è stata garantita solo in parte.
Un appello?
Chiedo che qualcuno possa offrirmi e garantirmi un lavoro in linea con le mie condizioni di salute. In passato ho fatto la guardia e altri lavori che ho potuto espletare senza problemi. E naturalmente in questo momento difficilissimo per la mia famiglia chiedo anche a chi ha le possibilità economiche di sostenerci come meglio crede; a volte abbiamo difficoltà anche solo ad acquistare i pannolini per i bambini.
Cosa vi da la forza di andare avanti?
Voglio dire alle famiglie che vivono la nostra stessa situazione di non arrendersi e di rincominciare a pregare come facciamo noi tutti i giorni affidandoci al buon Dio e alla Provvidenza. Noi abbiamo sperimentato personalmente nella vita di tutti i giorni e nella malattia la forza della fede e siamo certi che non ci sia cosa più bella che amare il prossimo come Dio fa con noi. In una parola: la fede in Dio ci fa andare avanti.