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La Sardegna si conferma al quindicesimo posto nella classifica della produzione di vino in Italia con una superficie coltivata che raggiunge i 18.866 ettari. Cagliari detiene la più grande area coltivata con 8.078 ettari e la maggior produzione con 107.584 ettolitri, mentre per la qualità brilla Carbonia Iglesias con 4.800 ettari. L'analisi della viticoltura sarda è stata realizzata in vista di un convegno nazionale sull'enologia in programma a Padova il
prossimo 12 dicembre.

La produzione dell'Isola si attesta sui 519.000 ettolitri staccando nettamente la Calabria che la segue con 372.400. Nell'ultimo anno l'Isola ha votato la propria offerta verso la qualità, con la produzione di vini Doc/Dogc che è quasi raddoppiata passando da 135.000 a 268.000 ettolitri, un salto percentuale dal 27,7% al 39,9%. Aumentano di cinque punti anche i vini Igt che salgono al 27,8%, mentre i vini da tavola passano da metà della produzione dell'anno scorso a circa un terzo di quella attuale, il 32,3%.

Dal punto di vista della colorazione, prevalgono i vini rossi, che crescono maggiormente dei bianchi: 57,6% contro il 42,4%. Stabile è stata la produzione delle prime due Doc della regione, il Vermentino di Sardegna, che rappresenta il 31% dei vini di qualità, e il Cannonau di Sardegna, 29%. Ha perso invece 8 punti la terza Doc, il Vermentino di Gallura, che scende ora al 13%. Stabile l'Alghero al 9% mentre in crescita è il Carignano del Sulcis che aumenta la propria produzione fino ad arrivare al 7%.

"Il settore vitivinicolo sardo – spiega Costanza Fregoni, coordinatrice tecnica dell'evento di Padova – vive una fase di forte dinamismo con una filiera che sta cambiando, sia in risposta a un contesto normativo sempre più complesso e a un mercato sempre più competitivo, sia in virtù della rapida e continua evoluzione di tecniche e tecnologie applicabili in vigneto e in cantina".