Nessun segnale di ripresa nel mondo del commercio nella vecchia provincia di Cagliari: sono i dati relativi ai primi otto mesi del 2013 del Centro studi Confesercenti. Il primo risultato che fa accendere la spia di allarme riguarda il saldo negativo tra iscrizioni e cancellazioni: sino ad agosto -206 unita. Nel dettaglio il Medio Campidano fa registrare una perdita di circa il 18%, mentre il Sulcis si attesta a meno 30% e Cagliari meno 12%.
Il bilancio complessivo, secondo lo studio, è che, considerando una media di 2,2 operatori (fra imprenditore e collaboratori) per piccole attività commerciali, nella sola provincia di Cagliari si sono persi oltre 450 posti di lavoro nei primi otto mesi dell'anno. I decrementi più consistenti si registrano nelle attività di vendita di alimentari.
"Cifre – ha spiegato Confesercenti – influenzate dalla presenza esagerata della grande distribuzione che, soprattutto nell'area vasta di Cagliari, ha una massiccia pressione sui piccoli negozi, lasciando al territorio urbano solo poche briciole". La crisi non risparmia neppure quelle che un tempo erano attività estremamente redditizie. Nel settore "alloggi e somministrazione alimenti e bevande" il saldo è di meno 65 attività. Un dato in assoluta controtendenza invece si registra dall'analisi del settore del commercio ambulante: nella provincia di Cagliari saldo positivo di 96 aziende nate nei primi otto mesi e, di queste, 44 nei tre capoluoghi di provincia.
"Il comparto produttivo del commercio ha bisogno di iniziative – attacca Confesercenti – di investimenti e di risorse importanti per poter ripartire a pieno ritmo e dare il giusto impulso a una economia che invece soffre come mai si è registrato. Si continua, invece, a partire dal livello nazionale per arrivare a quello locale, a tartassare la micro impresa con tasse e balzelli che non aiutano il sistema a farlo decollare, ma anzi lo massacrano e lo spingono verso il basso".