È scontro tra centrosinistra e centrodestra sulla vicenda della fiscalità generale. Il Pd sollecita maggiore condivisione per portare avanti il progetto di modifica dell'articolo 10 dello Statuto per dare alla Sardegna autonomia fiscale e attacca il presidente della Regione, accusandolo di avere agito in solitudine nella vicenda dell'articolo 15 bis "sparito" dalla Legge di stabilità 2014.
Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Giampaolo Diana, chiedendo che Cappellacci riferisca in Aula, parla anche di "ennesima farsa di un presidente che vuole trasformare la sua inconcludenza in una vessazione di una sola parte del Governo". Secondo Diana, infatti, "Cappellacci è più interessato a far passare il centrodestra del Governo come quella parte sensibile alle attese dei sardi e per questo monta le sceneggiate romane, minaccia le dimissioni e poi ottiene l'impegno di Alfano a presentare un semplice emendamento al testo della legge di stabilità". A quanto risulta al capogruppo democratico, "il testo concordato con il Governo sarebbe dovuto andare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma pare non sia arrivato. Perché il presidente della Regione non ha chiesto di essere sentito dal Consiglio dei Ministri? – chiede – eppure è una prerogativa prevista dal nostro statuto all'articolo 47. Mi risulta non l'abbia nemmeno chiesto".
"Ma era proprio necessaria tutta questa messa in scena del presidente Cappellacci? Eppure avrebbe potuto risolvere tutto con una semplice telefonata – rincara la dose il deputato del Pd, Emanuele Cani -. Ma io mi chiedo, era proprio necessario convocare tutta la giunta regionale a Roma, per far pagare ai sardi una evidente iniziativa di campagna elettorale?".
"Con buona pace dell'on. Diana, che per confondere le idee richiama questioni che nulla hanno a che vedere con il dibattito sviluppatosi, l'unica farsa andata in scena e' quella di un Partito Democratico”, replica il capogruppo Pdl in consiglio regionale Pietro Pittalis, “che si divide tra coloro i quali non sapevano nulla della manomissione della legge di stabilità e chi invece dice che ne era al corrente, ma non ha detto nulla. Se lo sapevano, perché non si sono ribellati? Forse aspettavano che si concretizzasse un danno alla Sardegna per procurare un vantaggio alla propria fazione politica? Insomma, c'e' chi si e' adoperato per gli interessi dei sardi e chi invece perseguiva ben altri obiettivi".
Duro anche il deputato Sel Michele Piras: "Indegno: è l'unico aggettivo che mi sovviene per commentare lo spettacolo messo in scena stamane dal Presidente della Regione e dal Vicepresidente del Consiglio – suo collega di partito – Angelino Alfano sulla vicenda della fiscalità di vantaggio e sulla modifica dell'art.10 dello Statuto sardo d'Autonomia.
Delle due l'una: o Cappellacci non è stato chiamato ad intervenire nel Consiglio dei Ministri quando si è parlato della questione (come prescrive tassativamente l'art.47 dello Statuto), quindi bisognerebbe denunciare il Governo per la violazione dello Statuto, oppure la questione non è mai stata trattata dal Consiglio dei Ministri in sede di discussione della Legge di Stabilità, quindi Cappellacci ci ha raccontato l'ennesima bugia. Nel frattempo”, conclude, “al sottoscritto non risulta che nel testo della Legge di Stabilità vi sia traccia di norme di modifica dello Statuto sardo in materia di Irap e vorrei sommessamente ricordare che se anche fosse presentato ed approvato un emendamento esso dovrebbe passare per la doppia lettura, così come prescritto per le norme di rango costituzionale. Ciò che in generale non è tollerabile è che questo teatrino propagandistico si svolga sulle spalle dei sardi".
Pittalis ha replicato anche a Piras: “Le dichiarazioni dell’on. Piras sono estremamente gravi, non tanto per le consuete mistificazioni, tipiche della sua cosiddetta scuola politica, quanto perché emerge la gravissima disattenzione di chi a Roma dovrebbe difendere gli interessi dei sardi”, ha accusato il capogruppo Pdl in consiglio regionale, “la norma approvata dal Governo e cancellata dall’anonima del bianchetto è indicata chiaramente nella relazione tecnica. Evidentemente chi ha compiuto questo gioco di prestigio ai danni della Sardegna si è dimenticato di completare l’opera, lasciando una traccia indelebile. Se l’on. Piras anziché frequentare i teatri e i salottini di Roma fosse stato più attento, forse anche lui avrebbe scoperto l’inganno. Se volessimo applicare a certe sortite della sinistra la cultura del sospetto che di cui loro sono portatori, a quale conclusione dovremmo giungere? Forse qualcuno voleva boicottare un risultato di tutta la Sardegna per ragioni di bottega oscura”.