Linea difensiva comune per gran parte dei consiglieri regionali indagati nell'ambito dell'inchiesta bis sul presunto uso illecito dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Anche oggi i quattro consiglieri che avevano ricevuto l'avviso a comparire hanno scelto di non presentarsi davanti al pm Marco Cocco titolare del fascicolo.
Si tratta degli ex consiglieri della Margherita Giovanni Giagu, Gavino Manca, Franco Sabatini e Simonetta Sanna, tutti difesi dall'avvocato Guido Manca Bitti che rappresenta 18 dei 33 indagati nel secondo troncone dell'inchiesta. Ieri avevano scelto di non presentarsi in Procura gli esponenti ex Margherita Mariuccia Cocco, Giuseppe Cuccu, Giuseppe Luigi Cucca e Antonio Bianco. Cucca, in particolare, aveva chiesto un differimento in quanto impegnato in attività istituzionali e per lui sarà fissata un'altra data per il primo interrogatorio.
Con la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere gli interessati "intendono semplicemente esercitare un diritto riconosciuto dal codice e dalla Costituzione, cioè quello, garantito a chiunque, di rispondere informato". Così gli avvocati Guido Manca Bitti e Angelo Nanni, legali di fiducia di 18 dei 33 consiglieri regionali di centrosinistra della passata legislatura indagati per peculato nell'inchiesta sulla gestione dei fondi destinati ai Gruppi consiliari, precisano la strategia difensiva dei loro assistiti che hanno deciso di non presentarsi agli interrogatori di garanzia fissati dal sostituto procuratore Marco Cocco.
"Nelle dichiarazioni depositate presso l'ufficio del pubblico ministero – spiegano Manca Bitti e Nanni – si precisa che ciascun interessato sarà in grado di chiedere di essere sentito una volta presa visione degli atti di indagine. Crediamo che la scelta, peraltro sollecitata dai difensori, costituisca niente di più che l'esercizio di un diritto elementare. Se a queste brevi considerazioni si aggiunge che alcuni dei predetti consiglieri sono stati già sentiti in qualità di persone informate dei fatti mentre erano in corso le indagini, e non hanno certo rifiutato di fornire tutte le indicazioni richieste, si può serenamente inquadrare la scelta difensiva nella prudente valutazione dei difensori che, per rendere un parere o intraprendere qualsivoglia iniziativa, hanno necessità di esaminare gli atti".