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"Vogliamo vivere in un territorio sicuro". A cinque anni dall'alluvione, del 22 ottobre 2008, che causò solo a Capoterra quattro vittime (una quinta a Sestu) si scatenano ancora una volta le proteste dei cittadini riuniti nel Comitato Capoterra-pari dignità solidarietà.

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 "Per non dimenticare e non essere dimenticati" è lo slogan sui volantini distribuiti. Una ventina di persone, giunte da Capoterra, hanno dato vita ad un presidio sotto il palazzo del Consiglio regionale in via Roma con cartelli, fischietti e pannelli con esposti articoli di giornale e fotografie che  testimoniano quella terribile giornata.

   "Sono passati cinque anni e ancora viviamo nella paura – ha sottolineato Carlo Carcangiu, presidente del Comitato – fra promesse mancate, ritardi e immobilismo da parte delle stituzioni attendiamo ancora che il nostro territorio venga messo in sicurezza. Il 22 ottobre ci ha lasciato un ricordo di morte e devastazione, non possiamo ancora vivere nel timore che possa ripetersi la tragedia".

 Sul fronte penale il dibattimento al processo in svolgimento a Cagliari per l'alluvione è stato fissato per il prossimo 19 novembre: otto gli imputati con reati che vanno dall'omicidio colposo all'inondazione colposa.