Il Governo fa dietrofront sulla possibilità di riduzione ed esenzione dei tributi erariali per la Sardegna e il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, convoca per domani a Roma (alle 12 nella sede della Regione Sardegna, in via Lucullo), una seduta della Giunta straordinaria e si dice pronto ad azioni eclatanti, non escludendo neppure la possibilità di dimissioni.
L'annuncio è dello stesso governatore sardo che nel pomeriggio ha convocato la stampa e ha chiesto un immediato incontro con il premier Enrico Letta. E' l'ultimo atto della vertenza con lo Stato e riguarda la cancellazione dalla legge di stabilità 2014 della norma che modifica dell'articolo 10 dello Statuto, come concordato con il Governo e prevista nella bozza del testo circolata nei giorni scorsi.
"Domani andiamo ad occupare Roma e valuteremo con la Giunta il da farsi – ha detto Cappellacci – perché questo atto è di una gravità inaudita e richiede reazioni di altrettanta consistenza. L'articolo 15 bis secondo comma che modificava l'articolo 10 dello Statuto è stato eliminato prima che arrivasse alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura. Il Governo ha fatto il gioco delle tre carte: è un grave atto di scorrettezza istituzionale senza precedenti e capiamo che c'è un'ostilità di base".
Visibilmente infastidito per l'ennesima bocciatura da Roma, Cappellacci ha spiegato che per attuare questa modifica "non ci sono problemi di copertura finanziaria, né di tipo tecnico e la fattibilità è stata condivisa con la direzione generale delle politiche fiscali di Palazzo Chigi. Ha, quindi, tutti i crismi per poter essere varata. Per la Sardegna si tratta di un antipasto di fiscalità di vantaggio che consolida l'abbattimento del 70% dell'Irap per le imprese sarde che risparmierebbero 280 milioni per tre anni, superando i rilievi del ricorso dello stesso Governo sulla legge Finanziaria 2013 che prevedeva questa agevolazione".
Contro la decisione del Governo anche il deputato sardo Pdl Salvatore Cicu, il capogruppo Pdl in Regione Pietro Pittalis e il coordinatore regionale dei Riformatori Michele Cossa.