Chiusura dei poligoni, bonifica e recupero alle attività civili, agricoltura e turismo nelle aree finora occupate dai militari. Questa, in sintesi, la parola d'ordine della 12/a edizione della Marcia sarda per la pace che oggi ha interessato il territorio di tre province. Quella di Oristano, con il convegno che si è svolto stamattina a Laconi, e quelle di Cagliari e del Medio Campidano. La marcia è partita dopo le 16 da Nuragus per approdare dopo sette chilometri a Gesturi.
Alcune centinaia di i partecipanti, in testa al corteo lo striscione della Tavola sarda della Pace che ha organizzato la manifestazione. Fra i presenti i sindaci di Oristano, Guido Tendas, e di Nuragus, Franco Latti, con la fascia tricolore, il sindaco di Laconi e anche portavoce della Tavola della Pace, Paolo Pisu, la candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione, Francesca Barracciu, e il leader di Sardigna Natzione Bastianu Cumpostu, assieme a tanti cittadini, lavoratori, pensionati e pacifisti. Tutti uniti dalla volontà di ribadire il valore della pace in un momento in cui la guerra non è più soltanto uno spettro del passato o una minaccia del futuro ma una realtà del presente in tante parti del pianeta. In concreto la dodicesima edizione della Marcia ha affermato la necessità non solo di una riconversione ma anche della bonifica dei territori occupati oggi dalle servitù militari, assieme ad un risarcimento per gli sfregi al territorio provocati per lungi decenni "da scelte di governo ciniche e da politiche militari irresponsabili", è stato spiegato dai manifestanti.