Idv si prepara alle regionali del 2014. Ecco il testo della lettera di Dore al segretario nazionale Idv Ignazio Messina:
Caro Segretario,
entro fine mese si dovrebbe, finalmente, tenere il congresso regionale del partito per il rinnovo delle cariche.
Tale momento era atteso fin dallo scorso novembre quando lo “Tzunami” di Report aveva colpito, quasi a morte, il partito ed avevo inviato una lettera aperta anche a Te, quale responsabile degli enti locali, invocando una scossa ed un immediato ricambio, anche morale, a tutti i livelli.
Tali auspici sono stati spesso delusi, a cominciare dalla disastrosa esperienza di rivoluzione civile e dalle tempistiche e modalità di reazione di tutti gli organismi, rimasti spesso ingessati o frastornati.
Qui in Sardegna (credo che la situazione sia analoga ovunque) abbiamo perso tanti eletti, iscritti e dirigenti, talora, perfino estintisi in interi organi elettivi e località. Il tutto, apparentemente, nell’indifferenza nazionale.
Ma noi, quantomeno a Cagliari e dintorni, abbiamo continuato a lavorare, credo, con onore e competenza, sotto il vessillo dell’ Idv, senza alcuna polemica.
Ciò, malgrado la diffidenza che, progressivamente, coglievamo nell’elettorato – che, in passato, ci riteneva “diversi”, più onesti e meno “casta” – a seguito, soprattutto, del coinvolgimento di numerosi membri del partito, di varie parti d’Italia, in scandali relativi alla gestione della cosa e del danaro pubblico. Ed incuranti di coloro, magari appena inopinatamente investiti di candidature o ruoli apicali, che sparivano, talora senza nemmeno rassegnare formali dimissioni, cercando “rifugio” altrove.
E saremmo pronti, Caro Segretario, a continuare a farlo – senza soffermarci troppo sulle manchevolezze attuali o passate – per perseguire nobili interessi.
Riteniamo però, che in questo momento di grande difficoltà e di diffidenza dei cittadini, sia indispensabile ripartire dai valori fondanti del partito nel campo etico, dalla massima competenza e, sul fronte locale, dall’autonomia, anche politica, consona alla storia ed allo statuto della nostra regione.
Come sai qui in Sardegna, tra pochi mesi, si terranno le elezioni regionali in un contesto politico, economico e morale disastroso e senza precedenti.
Le famiglie sono fortemente in difficoltà, i posti di lavoro diminuiscono in modo vertiginoso e le nostre migliori intelligenze sono costrette ad emigrare.
Una buona parte dei membri dell’attuale e del precedente Consiglio Regionale è sotto indagine o processo per l’indebito utilizzo di fondi pubblici, mentre numerosi alti funzionari e membri dell’esecutivo sono anch’essi sotto la lente della giustizia per i più disparati motivi.
Lungi da noi cadere nel bieco giustizialismo e nel mancato rispetto delle persone coinvolte. Ci auguriamo che siano assolte, con formula ampia, e li consideriamo innocenti fino a condanna definitiva.
Ciò nonostante chi è chiamato alle prossime sfide politiche dentro e fuori il partito deve essere immacolato sotto il profilo dell’immagine e scevro da condizionamenti sotto tutti i punti di vista.
Avendo noi una storia fondata su tali principi (a seguito dell’apertura di alcune indagini, poi risultate prive di fondamento, Antonio Di Pietro si dimise dapprima dalla magistratura e, successivamente, da Ministro, in entrambi i casi per evitare di “danneggiare”, anche solo sul piano dell’immagine, le istituzioni nelle quali operava e le azioni dei colleghi che con lui collaboravano), dovrebbe pertanto essere semplice cogliere questa sfida che deve valere non solo per il nostro partito, ma anche per tutti gli alleati della coalizione di centrosinistra e per la guida dei relativi partiti e delle istituzioni.
Ma un partito serio, in Sardegna, non può che ripartire anche dalla sfida, finora persa, dell’autonomia regionale da perseguirsi, senza indugio, anche in forma di conflitto, pacifico, sul fronte politico e istituzionale: entrate tributarie, costi e sfruttamento energetico,servitù militari, bonifiche ambientali, trasporti, infrastrutture e fiscalità di vantaggio devono essere obiettivi da perseguire senza alcuna sudditanza nei confronti di qualsiasi organo dello Stato o di soggetti appartenenti a qualunque partito o schieramento politico.
Questo significa, che si deve costituire un partito sardo (“Sardegna dei Valori” ?), federato, ma autonomo, con l’Idv nazionale, il cui statuto abbia al primo posto il perseguimento del fine del benessere e dello sviluppo democratico e solidale della Regione e del Popolo sardi. Con la facoltà di dialogo con tutte le forze politiche di matrice democratica e autonomista presenti nell’isola ed il solo limite alla conclusioni di accordi con partiti facenti parte della coalizione di centrodestra che sostiene la disastrosa Giunta Cappellaci.
La sfida che Ti proponiamo, Caro Ignazio, è importante ed ambiziosa ed a Cagliari ed in altre parti della Sardegna sappiamo essere condivisa da tanti.
Attendiamo dunque un Tuo segnale, forte e convinto, entro la data di convocazione del congresso al fine di poter lavorare per redigere il “nostro” statuto e rinnovare i nostri organismi selezionando dirigenti e candidati “in toga candida” sulla base delle competenze e del radicamento nel territorio.
Cordialmente.
Giovanni Dore