Da molto tempo cerco di comprendere i motivi per cui le persone hanno paura di esporsi e di mettersi in gioco per rivendicare una maggiore attenzione da chi siede negli scranni istituzionali. Ancora non sono riuscito a trovare una risposta esaustiva alla pressoché totale rinuncia nel riscattare i propri diritti, la maggior parte delle volte negati. Diritti come il lavoro, l'istruzione, la salute e soprattutto un futuro dignitoso per le generazioni a venire. Il tutto in una situazione economica e sociale sempre più drammatica e aggravata dalla totale assenza di prospettive nel medio e lungo periodo.
Mi sono interrogato a lungo sul perché oggi i giovani che dovrebbero essere il motore propulsivo nella richiesta di cambiamento sono più interessati alla moda e alle nuove tecnologie che alla politica dei valori e delle idee. In altri periodi storici è stato solo grazie a loro se si sono avviati quei processi che hanno portato a infettare idealmente tutta la società civile nella speranza di un cambiamento.
Di certo le famiglie negli ultimi 20-30 anni hanno avuto un ruolo preminente e per molti versi negativo nella formazione valoriale dei giovani. Famiglie fortemente condizionate anche da 30 anni di un modello mediatico, sociale e culturale basato sul consumismo e su valori negativi. Un'epoca che ha segnato la morte delle ideologie, della sana contrapposizione e del radicalismo ideale per arrivare a una società piatta a uso e consumo delle multinazionali e delle impietose leggi che regolano il mercato. La politica lasciata ormai in mano ai leaderismi e agli apparati di potere dove i cittadini sono piccoli ingranaggi di un sistema utile solo al raggiungimento e mantenimento del potere.
Oggi, purtroppo, ne paghiamo le conseguenze. I cittadini sono anestetizzati e si vive nell'individualismo imperante dove ognuno, come negli scenari più bui dell'umanità, pensa a se stesso e soprattutto vive nella diffidenza e nel menefreghismo.
Individualismo e menefreghismo, due virus inoculati appositamente e scientificamente nel tempo da coloro che oggi determinano, sempre più negativamente, le nostre esistenze.