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Vivere in una catapecchia di fronte allo stagno di Santa Caterina senza energia elettrica, servizi idrici e possibilità di cucinarsi un pasto caldo: succede a San Giovanni Suergiu, dove Alfio Schiavo, classe 1961, disoccupato, da circa due anni cerca di sopravvivere vendendo le arselle che pesca nello stagno di fronte al “tugurio” nel quale risiede. E’ anche grazie all'aiuto e al sostegno di persone compassionevoli che riesce a fare un pasto ogni tanto.

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Una struttura, la capanna nella quale vive, di circa 25 mq che è già stata dichiarata “impropria e inabitabile” dal Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene e Sanità Pubblica della ASL N.7 con una comunicazione agli organi competenti e al Sindaco del comune di San Giovanni Federico Palmas.

 

Comune al quale da tempo ha presentato domanda per ottenere l'affidamento di un alloggio, ma la risposta è stata negativa perché secondo le leggi vigenti Alfio non possiede abbastanza requisiti per occupare un posto alto nelle graduatorie e per poter essere considerato un caso d'emergenza.

Ma lui non può più attendere la burocrazia: d'estate la temperatura è elevatissima e d'inverno, senza elettricità e neanche la possibilità di utilizzare una stufa, il morso del freddo può essere fatale. Tutto questo in una località infestata da ditteri e roditori e, soprattutto, isolata da tutto il resto del mondo.

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Una storia drammatica di disagio e degrado per un uomo che vorrebbe lavorare e chiede semplicemente un rifugio dignitoso dove poter vivere come tutti gli altri esseri umani.

Stando a quanto riferisce Alfio, il primo cittadino del suo paese non sarebbe andato nemmeno a fargli visita per constatare personalmente la situazione.

Sono sempre più numerose le storie di persone disperate, senza dimora e senza lavoro per l’incapacità delle istituzioni di risolvere le situazioni di estrema difficoltà. La maggior parte di esse soffre in silenzio e ci si accorge della loro presenza solo in caso di gesti o epiloghi estremi quando, allora, si mette in moto la solidarietà di chi prima, quando non era troppo tardi, è rimasto solo a guardare.