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L’ha fatta sembrare semplice, lui, Ivano Argiolas, trentanovenne di Monserrato, la sua prima partita giocata fuori casa, in America, contro la Talassemia.

Sì, perché quando uno parte così lontano per una sperimentazione mondiale, il trapianto genico, mettendosi a disposizione della scienza senza nessuna garanzia, anzi con le valigie piene di rischi e paure, di certo non aspetti che ti mandi cartoline con sorrisi e saluti.

Ma con Ivano nulla, dall’inizio, è stato scontato e prevedibile.

Dalla sua prima intervista con Cagliaripad (leggi l’articolo), l'11 luglio, sono apparsi subito evidenti il carattere e il coraggio poco comuni rinchiusi in quei nemmeno 60 kg di uomo che in realtà, in un’avventura del genere, aveva tutto da perdere. Come fosse la cosa più naturale del mondo, invece, ha sconfitto timori e ansie trasformandole in un atto di generosità da subito dedicato ai più piccoli che, come lui, fanno i conti con la Talassemia.

“Per i figli di nascite consapevoli, per i figli voluti (…) per quei genitori che hanno scelto con orgoglio e onore di far nascere e crescere i loro figli nonostante questa patologia” aveva commentato durante la conferenza stampa  convocata il 15 luglio per annunciare il suo viaggio verso New York.

Poi la partenza, due giorni dopo, con Francesca, la sua instancabile compagna. Il viaggio e, da subito, gioie e dolori condivisi, mostrati in ogni loro sfumatura e crudezza. Tutte le sensazioni registrate nei suoi video puntuali come un impegno con un amico.

Dal primo intervento (per l’applicazione di un catetere centrale e l’aspirazione del midollo) raccontato dal letto del post-operatorio il 24 luglio, all’inizio della chemioterapia.

Dall’insonnia della notte prima del trapianto al racconto del trapianto stesso  e delle emozioni che lo hanno accompagnato, senza dimenticarsi dei due suoi angeli custodi, i professori Antonio Cao e Renzo Galanello che hanno dedicato la loro vita alla lotta alla Talassemia e scomparsi rispettivamente nel giugno 2012 e a maggio 2013.

Una condivisione continua, passaparola incessanti, partecipazione rara da parte di amici, conoscenti e sconosciuti che semplicemente sentivano nelle sue parole e leggevano nel suo volto la sobrietà e al contempo la grandezza di uomo piccolo nel mondo che stava facendo una cosa enorme senza nemmeno saperlo mentre cercava di nascondere stanchezza e sofferenze.

Il 9 agosto poi i primi effetti ,“fastidiosi” come li ha definiti lui, “devastanti “come li avrebbe definiti chiunque altro, del trapianto e della chemioterapia.

L’allarme piastrine, per il loro calo vertiginoso, l’appello per la ricerca di donatori  e il sospiro di sollievo per la risalita dei valori  e soprattutto del morale che iniziava a crollare.

Da quel momento solo buone notizie. Ivano ringrazia tutti  e se ne torna a casa volando su un mare di conquiste e vittorie e pronto ad affrontare un anno duro che servirà a capire se la Talassemia potrà essere solo un ricordo.

Un percorso, un primo passo lungo quaranta giorni di pazienza e determinazione, un viaggio nelle mani dei medici e della scienza, sempre tra i pensieri di tutti gli amici che lo hanno sempre sostenuto, soprattutto sul web, grazie ai tanti gruppi che sono nati per stargli vicino e non farlo sentire mai solo.

Ma è stato lui a non far sentire sole migliaia di persone, con il suo coraggio, con la speranza che ha portato entrando nelle case di chi ha voluto seguirlo, di chi ha sorriso con lui e spesso pianto di commozione, di chi si è sentito piccolo piccolo di fronte a tanta volontà e coraggio nonostante le ferite, le sofferenze, il sonno che mancava e la lontananza da casa.

Ivano ci saluta, GUARDA IL VIDEO, e Cagliaripad, insieme a tutte le persone che dalla sua storia hanno attinto speranza e positività, ringraziano continuando a mettersi a disposizione per dargli voce oltre ogni distanza.