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Dignità e rispetto per il Sulcis. Questo è lo slogan con cui stamane un nutrito gruppo di cassintegrati, disoccupati e partite iva del Sulcis Iglesiente ha dato simbolicamente l'assalto alle dune di Teulada e successivamente ai cancelli del Poligono di Sa Portedda per rivendicare il diritto di riappropriazione, da parte degli abitanti indigeni, di quella grande porzione di territorio, oltre 7000 ettari, che dal 1956 è esclusiva proprietà della Nato. (GUARDA LE IMMAGINI)
 
Porzione di territorio, quella occupata dalla Nato, originariamente bellissima e incontaminata, ma attualmente dichiarata non più bonificabile a causa delle intense esercitazioni e sperimentazioni di armi sofisticate che si sono susseguite negli ultimi 60 anni. Una protesta nata anche per pretendere rispetto da parte delle istituzioni nazionali che dopo aver sequestrato e compromesso irreversibilmente quella parte di territorio non hanno mai dato la giusta attenzione in termini di ricaduta economica agli abitanti del Sulcis.
 
La manifestazione ha avuto inizio intorno alle 08:30 con un corteo che si è snodato per i principali comuni del basso Sulcis passando per le dune di Teulada -in cui sono state issate delle bandiere dei quattro mori- fino ai cancelli del Poligono Militare di “Sa Portedda” dove i manifestanti hanno dato vita a un “sit in” e chiesto invano di poter incontrare i vertici della base e il ministro della Difesa, Mario Mauro oggi in visita alla base.
 
“Siamo assolutamente contrari alle servitù militari che danneggiano fortemente ogni nostra velleità turistica e quindi economica. Chiediamo che le dune di Teulada tornino nella disponibilità degli abitanti del Sulcis e dei turisti che vengono in vacanza”, ha dichiarato durante il sit-in l'imprenditore Luciano La Mantia. Mentre Daniele Mele, segretario Cisl Edili, ha aggiunto: “Non possiamo più tollerare che all'interno del Poligono arrivino aziende esterne alla nostra isola che non occupano le maestranze del territorio. Abbiamo notizie che prossimamente ci saranno dei lavori per milioni di euro e chiediamo a gran voce che siano assegnati ad aziende e maestranze locali”. 
 
Di uguale avviso Roberto Troscia, imprenditore artigiano: “E' una questione di rispetto e dignità per gli abitanti del Sulcis”. Presente anche una delegazione di lavoratori dello stabilimento Alcoa che per bocca di Pietro Aru ha dichiarato: “E' un dovere stare qui insieme a tanti altri lavoratori, seppur di altre categorie, in lotta del Sulcis. I problemi sono unici e la lotta del territorio deve passare dall'impegno di tutti”.