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In marcia su Cagliari per chiedere lavoro o almeno il regolare pagamento degli ammortizzatori sociali gia stabiliti in seguito alla crisi o alla chiusura delle aziende. Dal Sulcis al capoluogo la protesta, partita in piena notte alle 3, ha bloccato tutto quello che si poteva bloccare per attirare l'attenzione e ricordare il dramma di centinaia di lavoratori: strade, la statale 130, e gli ingressi di aeroporto e porto.

Una manifestazione itinerante che alla fine ha raggiunto il centro di Cagliari e il cuore del potere politico sardo, Consiglio regionale e Villa Devoto, sede della presidenza della Giunta. Lì si è fermato il presidio: un gruppo, tenuto a bada dalle forze dell'ordine, è riuscito anche ad entrare nel giardino della residenza, mentre il grosso è rimasto fuori ad aspettare. Una manifestazione pacifica, organizzatissima e determinata: centinaia le scritte rosse (Sulcis in rivolta, Ora basta) nelle magliette bianche indossate da disoccupati e cassintegrati di tutti i settori, dall'industria agli edili passando per le partite Iva. La vertenza che potrebbe essere risolta in tempi abbastanza brevi è quella sui pagamenti di Cig e disoccupazione: gli ex lavoratori lamentano ritardi di mesi. E su questo fronte c'é stato in tarda mattinata uno spiraglio per una soluzione. (VIDEO)

Una delegazione di tre manifestanti ha incontrato l'assessore regionale al Lavoro Mariano Contu e da lì è partita una frenetica caccia a documenti per cercare di fare il punto della situazione e arrivare a un risultato che garantisse soldi e tempi certi. Ma nel pomeriggio i manifestanti del presidio, la maggior parte addossati alle mura di cinta di Villa Devoto in cerca di ombra, hanno ricevuto brutte notizie dai colleghi impegnati nelle trattative. "La mobilitazione non si ferma – spiega uno dei portavoce, Manolo Mureddu – non ci sono i soldi. Ma si devono trovare: per questo chiediamo l'intervento del prefetto e della Giunta. La situazione è difficile: bisogna capire se, al di là dei fondi a disposizione dell'assessorato del Lavoro, è possibile reperire altre risorse. Senza proposte o soluzioni concrete noi continueremo ad andare avanti con la protesta". Insomma, avanti con la battaglia. Tra gli obbiettivi anche l'avvio di un progetto di sviluppo del territorio: i manifestanti chiedono che parta davvero il piano Sulcis. "La lotta va avanti – conferma Ivan Garau, un altro dei portavoce – ora siamo pronti a nuove mosse: siamo pronti a occupare i Comuni per coinvolgere al massimo amministratori e comunità".