La Compagnia Çàjka diretta da Francesco Origo lancia il May Day Teatridimare, insieme grido d'allarme sull'emergenza cultura e raccolta fondi per mettere al riparo dai tagli l'originale “progetto di navigazione teatrale a vela” ideato dal regista skipper genovese, ormai sardo d'adozione, che nelle passate edizioni ha visto la compagnia di attori/ marinai sbarcare nelle città dell'Isola e della Penisola con il loro carico di storie e canzoni, per estemporanee mises en scène di classici e inedite pièces “a tema”.
Sulla rete (all'indirizzo http://www.buonacausa.org/cause/teatridimare) viaggia il messaggio, un'esplicita richiesta di soccorso con la speranza di non veder infrangersi sugli scogli, in balia di correnti (politiche) – e patti di stabilità – l'iniziativa che sposa la passione del mare e l'arte del teatro e dell'affabulazione. Un'occasione – per chi volesse e potesse, ma basta una manciata di euro, il costo (preventivo) di un biglietto – di diventare sponsor di Teatridimare 2013. (Scrive Francesco Origo: "A causa dei ripetuti, ottusi e nefasti tagli al settore della cultura e dello spettacolo dal vivo, il progetto di navigazione teatrale a vela Teatridimare della Compagnia Çàjka, giunto alla sua tredicesima edizione e dopo più di 24.000 miglia di mare percorse, rischia di naufragare. Un vostro piccolo aiuto garantirà la sopravvivenza dell'unica compagnia teatrale italiana di attori-marinai! Grazie.")
Una modalità di finanziamento “democratico” (nel senso etimologico, perché restituisce potere e diritto di scelta al “popolo”), sempre più diffusa in un'era di incertezza nei finanziamenti pubblici, tra patti di stabilità e tagli al Fus (e più in generale alla cultura, dal comparto museale all'istruzione). Negli scorsi mesi era stata lanciata l'idea di un euro per la cultura a Iglesias, e già da tempo il cinema indipendente, anche di matrice isolana, ha scelto questa via di “pre-finanziamento” affidandosi alla generosità e liberalità dei singoli (oltre all'auto-finanziamento) piuttosto che attendere eventuali sostegni dell'amministrazione regionale. Da citare anche il concerto di Giovanna Marini vicino a Cagliari, un piccolo evento costruito con entusiasmo e tenacia da un gruppo di artisti e fans; e non mancano esempi anche in ambito teatrale. Per non parlare della destinazione del 5 x mille sulla denuncia dei redditi, che supplisce alle risorse sempre più esigue a disposizione dei vari assessorati.
Colpa della burocrazia? Troppi i silenzi e soprattutto i ritardi, che rendono spesso se non inefficace (e talvolta perniciosa) comunque poco efficiente rispetto ad esigenze produttive e organizzative la macchina dell'amministrazione pubblica. Troppo ingenti e crudeli i tagli, con modifiche in corsa e ridimensionamenti post quem; troppo rigidi (forse) i parametri dei patti di stabilità. Così si ricorre ai privati, non solo (ma anche) Fondazioni bancarie e istituzioni culturali, e singoli cittadini. Far cultura – produrre spettacoli, aprire musei, allestire mostre, mettere in scena opere liriche e tenere concerti, ma pure far lezione – costa, ma (è un assioma riconosciuto, ribadito dall'ormai celebre Manifesto del Sole24ore) produce anche, inevitabilmente economia e sviluppo. Un concetto ancora ostico, a quanto pare – tolte alcune dichiarazioni di principio – per la classe di governo, non senza meritorie eccezioni. Nell'attesa che si compia una qualche rivoluzione copernicana ai vertici, per chi di cultura vive (e vorrebbe continuare a farlo) non resta che inventarsi soluzioni praticabili, e urgenti.