maxi-evasione-da-120-milioni-glencore-nel-mirino-della-finanza

L’indagine parte dai finanzieri del comando provinciale di Roma. Un'evasione fiscale da oltre 120 milioni di euro perpetrata da un’azienda del settore della metallurgia, leader in Italia nella produzione di piombo e zinco. Si tratta della Glencore, proprietaria della Portovesme srl, come conferma il capitano Marco La Malfa.

La società, con stabilimenti produttivi nel Sulcis, appartiene a un gruppo internazionale la cui holding ha sede in Svizzera. Secondo l’accusa negli ultimi anni ha dedotto elementi negativi di reddito non spettanti, in quanto relativi ad acquisti di materie prime a un prezzo eccessivamente oneroso. In sostanza, attraverso l'alterazione del valore al quale avvengono le transazioni 'intercompany', si realizza uno spostamento di materia imponibile da Stati a elevata fiscalità verso territori caratterizzati da una minore pressione fiscale.

L'attenzione delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma si è soffermata sulla circostanza che la società, sin dalle sue origini non aveva mai dichiarato utili ma solo ingenti perdite fiscali, situazione ritenuta anomala in ragione dell'importante ruolo assunto a livello internazionale e degli utili registrati, invece, dal gruppo elvetico di appartenenza. L'analisi dei complessi rapporti commerciali intrattenuti con la casa madre ha, al contrario, fatto emergere come la società italiana, parte integrante di un circuito economico dominato dalla società svizzera, acquistasse le materie prime da quest'ultima a un prezzo eccessivamente elevato, tale da non consentire la maturazione di un risultato economico positivo che rispecchiasse le reali funzioni svolte e i rischi assunti in Italia. In base ad uno studio di benchmark, sono stati pertanto rideterminati i prezzi degli acquisti di materie prime effettuati dalla società svizzera, risultati di gran lunga superiori a quelli di libero mercato. 

 Nel pomeriggio la replica dell'azienda. In un comunicato di sei righe, in italiano e inglese, diffuso dalla Glencore attraverso i vertici dell'azienda sulcitana si sottolinea che tutto è stato fatto nel rispetto delle norme vigenti.

   "Glencore – si legge – conferma che le autorità fiscali italiane stanno controllando alcune transazioni intercompany tra Portovesme e Glencore. Tutte le transazioni sono state condotte in accordo con le normative vigenti italiane e nel rispetto del principio di libera concorrenza (arm's lenght) tra Portovesme e il Gruppo Glencore. Portovesme continuerà a confrontarsi con le autorità fiscali per assicurare una rapida conclusione della questione".