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Un’assemblea di fuoco. I dirigenti della Saras si presentano ad Arborea per presentare il progetto Eleonora: la realizzazione di un pozzo esplorativo preliminare alla futura eventuale estrazione di tre miliardi di metri cubi di gas metano dal sottosuolo delle sue campagne.
I cittadini affollano la sala dell’Horse Country e protestano.
 
Otto ore di domande, spesso imbarazzanti, e di accuse, anche pesanti. Arborea non ha voluto perdere l'occasione del confronto pubblico previsto dalla procedura per la valutazione di impatto ambientale per ribadire il suo no deciso al progetto Eleonora della Saras per la realizzazione di un pozzo esplorativo preliminare alla futura eventuale estrazione di tre miliardi di metri cubi di gas metano dal sottosuolo delle sue campagne.
 
Più di cinquanta gli interventi, tutti contrari al progetto, davanti ai tecnici e ai funzionari del Savi, l'ufficio regionale che alla fine della complessa procedura prevista dalla legge dovrà dire se il progetto dell'azienda della famiglia Moratti è compatibile o no con il territorio e l'economia di Arborea.
 
 
Un migliaio le persone presenti nella sala grande dell'Horse Country tra la pineta, il mare e le stalle della bonifica. Hanno applaudito a scena aperta i sostenitori del no, in mille hanno risposto con bordate di fischi e sventolio di bandiere alle risposte e alle repliche dei dirigenti e dei tecnici della Saras. Che hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Rispondendo a qualche domanda, fornendo qualche precisazione mentre in sala i più accaniti urlavano: "Andatevene a casa", "Non vi vogliamo", "Buffoni", "Venduti".
 
Al microfono si sono alternati semplici cittadini, geologi e biologi, amministratori comunali e provinciali, allevatori, mamme e persino bambini. Molti gli interventi ad alto livello tecnico, che hanno fatto le pulci alle 1200 pagine dello studio di impatto ambientale presentato dalla Saras. Lo hanno definito incompleto, reticente, inutile, poco documentato, non scientifico e addirittura falso. Un progetto inaccettabile per tutti, dalla cui realizzazione – è stato detto – l'unico soggetto ad averne un vero tornaconto sarebbe proprio la Saras. Salvo errori, c'è stato un solo intervento possibilista, ma chi l'ha fatto non era di Arborea e non ha neanche avuto al possibilità di portarlo a termine come avrebbe voluto. 
 
La parola ora passa all'Ufficio del Savi. Gli intervenuti sono stati invitati dal direttore Gianluca Cocco a presentare le proprie osservazioni anche in forma scritta entro il termine del 14 giugno. Lo stesso potrà fare chiunque nelle forme previste dalla procedura.