Un solo e unico vizio, un problema procedurale relativo alle intercettazioni telefoniche. E’ sulla base di questa motivazione che i giudici della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio l'ordinanza che aveva disposto i domiciliari al posto della custodia in carcere nei confronti del presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino e dell'assessore ai Lavori Pubblici del comune di Quart Stefano Lilliu, coinvolti nello scandalo dello stadio Is Arenas.
Nel caso del patron rossoblù, in particolare, la Suprema Corte ha riconosciuto solo uno dei vizi sollevati dai difensori: quello sulla "inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche per la mancata allegazione dei decreti autorizzativi".
"Il pm che chiede una misura cautelare – si legge nelle motivazioni – deve presentare al giudice competente gli elementi sui quali fonda la sua richiesta nonché quelli a favore dell'imputato e le eventuali memorie difensive. Se la richiesta si fonda in tutto o in parte sul contenuto delle conversazioni intercettate devono essere trasmessi anche i decreti che le hanno autorizzate al fine di consentire al giudice di controllare la legittimità della captazione".
"Nell'eventualità che il provvedimento restrittivo venga impugnato con richiesta di riesame e il difensore chieda – come nel caso di specie – di poter esaminare i decreti, il Tribunale – spiega la Cassazione -, qualora gli stessi non siano stati allegati, ha il dovere di richiederli d'ufficio e ciò sia perché l'inutilizzabilità può essere dichiarata in ogni stato e grado del giudizio, sia perché il difensore ha comunque il diritto di controllare la legittimità della captazione telefonica".
Sugli altri aspetti sollevati dai difensori, tutti centrati sui vizi di motivazione delle esigenze cautelari, la Suprema Corte ha respinto il ricorso. Per quanto riguarda l'assessore Lilliu, è stato riconosciuto come vizio quello relativo alla "violazione del diritto della difesa per la mancata tempestiva e completa evasione dell'istanza diretta a ottenere copia integrale delle registrazioni delle intercettazioni telefoniche". Adesso i giudici del Riesame dovranno nuovamente pronunciarsi sui due procedimenti rispettando la pronuncia della Cassazione.
"E' stata considerata pregiudiziale la questione delle intercettazioni e quindi assorbite le altre, il che vuol dire che restano ancore tutte sul campo". Così gli avvocati Giovanni Cocco, Giorgio Altieri e Giuseppe Accardi, che difendono il presidente del Cagliari."Occorrerà ora valutare – spiegano ancora i legali – il compendio indiziario e la necessità della misura cautelare alla luce della legittimità o meno delle intercettazioni".