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Dal 1 agosto, anche in Sardegna, circa mille e 300 imprese di installazione impianti, che operano nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia) non potranno più lavorare”. 

E’ la denuncia di Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sul nuovo fardello amministrativo che in piena estate andrà ad abbattersi sulla maggior parte delle imprese di installazione impianti. “Da più di 3 mesi – prosegue Murgianu – a livello nazionale, stiamo chiedendo ai Governi e ai Parlamentari che si sono succeduti, la modifica dell’articolo 15 del Decreto Legislativo 28/2011 per garantire a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nelle rinnovabili”.

Tutto questo perché il decreto 28/2011, che recepisce una direttiva europea e ha lo scopo di incentivare l’uso delle energie rinnovabili, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche.

“In pratica, agli operatori in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro – prosegue il Presidente di Confartigianato – si nega sia il riconoscimento della qualificazione professionale acquisita e imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti, sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento”. “Per la nuova normativa – sottolinea – è come se non esistessero. Con il risultato che fra 75 giorni, tantissimi installatori di impianti di questo importante settore, saranno tagliati fuori dal mercato”