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Il Medio Oriente, millenni di storia e di civiltà che pian piano stanno cadendo sotto le bombe imperialiste USA. Il terrorismo islamico, prima nemico in quanto possessore, secondo gli americani, di armi di distruzione di massa, diventa oggi il principale alleato per la destituzione del legittimo governo della Siria.

L’11 Settembre 2001 l’America viene colpita da due gravissimi attentati: l’implosione delle Torri Gemelle e l’attentato al Pentagono.

E' proprio un'implosione quella che avvenne a Ground Zero. Ancora oggi, infatti, non esistono spiegazioni esaustive che facciano quadrare i conti. Qualcuno dovrebbe anche spigare in maniera logica il ritrovamento, dentro le macerie sciolte dal calore, della carta d’identità di un attentatore islamico.

Secondo. La vicenda del Pentagono sembra essere ancora più incomprensibile: nessun aereo avrebbe mai potuto schiantarsi sull’edificio creando un foro così piccolo senza farsi immortalare dalle telecamere posizionate nell’area.

Due circostanze ancora troppo misteriose. I successivi avvenimenti, però, furono ancora più tragici.

Prima la guerra in Afghanistan che, voluta dal mondo intero anche come reazione ai gravi attentati di New York, oggi  sarebbe messa in discussione da buona parte dei paesi che vi parteciparono. Avviato come conflitto per liberare il territorio dai Talebani, oggi quell'area si trova inabissata in una vera e propria guerra civile che vede un governo fantoccio incapace di gestire la situazione.

Poi è stata la volta dell’Iraq, di quel dannato Saddam Hussein – quel leader politico capace di garantire uguale rappresentanza tanto ai cristiani quanto agli ebrei, alle donne quanto agli uomini – che secondo gli americani possedeva armi di distruzione di massa la cui presenza non è mai stata provata. Un’altra guerra per interessi ben diversi da quelli sbandierati, tanto che, attualmente, il controllo dei pozzi petroliferi è in mano alle principali compagnie occidentali.

In seguito, i soliti servizi segreti e governi democratici sono stati capaci di destabilizzare Libia, Tunisia ed Egitto, luoghi in cui la situazione è ancora particolarmente tesa e vede decine di morti ogni settimana.

Esportiamo la Democrazia”, queste sono le parole che i governanti imperialisti utilizzano per imporre modelli economici e sociali nel Medio Oriente. E ora il Premio Nobel per la Pace Barack Obama ha deciso, con il sostegno dei soliti noti (Francia, Israele, Turchia), che la Siria di Bashar Al Assad ha lanciato le armi chimiche sulla popolazione.

Una nuova guerra colonialista è alle porte, ma questa volta il mondo si opporrà fermamente, perché una vera democrazia si costruisce tra le mura della propria casa prima che ci si senta legittimati a imporla altrove a suon di missili.