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Sono partiti dal presidio in viale Trento e hanno raggiunto piazza Giovanni in autobus sul quale hanno fatto un flash mob. Non si placa la protesta degli operatori dei Centri servizi per il lavoro della Sardegna (Csl, Cesil e Agenzie di Sviluppo). (Guarda il VIDEO della protesta).

Il rumoroso presidio è arrivato davanti al Consiglio regionale. I lavoratori chiedono, con slogan, striscioni e trombe da stadio, ancora una volta, una soluzione alla loro vertenza. 
Gli operatori, alcuni dei quali si trovano senza contratto dall'1 gennaio scorso, sollecitano l'intervento della Regione per definire un inquadramento occupazionale, se possibile stabile, dentro un iter legislativo praticabile, vista la bocciatura da parte della Corte Costituzionale dei percorsi già proposti dal Consiglio.
 
 
Si tratta del secondo sit-in di oggi, dopo quello davanti all'Assessorato regionale del Lavoro. Con fischietti e striscioni – l'ultimo esposto denuncia 'Leggi inapplicate' – i manifestanti hanno rilanciato l'urgenza di essere reintegrati.
 
Con loro una mamma, anche lei senza contratto dal primo gennaio scorso, che sta partecipando alla protesta con il suo bambino di pochi mesi in carrozzina. "Tutto è in alto mare – denunciano i segretari regionali della Funzione pubblica Nino Cois (Cgil), Davide Paderi (Cisl) e Abderazak Chabaani (Uil Temp) – Ci sono 360 persone senza salario per colpa di leggi regionali non applicate: il paradosso é che sono a spasso proprio quei lavoratori chiamati a trovare un'occupazione a tanti altri disoccupati attraverso il supporto dei Centri per l'impiego sul territorio che ora non funzionano più. Nonostante gli impegni e i provvedimenti legislativi già adottati – sottolineano i sindacati -, la mancata attuazione delle norme aggiunge al danno la beffa".