“Sul tavolo dell’Assessorato Regionale al Commercio sono pervenute altre cinque richieste per una autorizzazione alla creazione di centri commerciali artificiali”.
È questo l’allarme lanciato da Confesercenti, secondo cui “la Sardegna continua ad essere un obiettivo privilegiato dei gruppi che costruiscono e vendono le grandi strutture di vendita al dettaglio”.
“Anche la nostra associazione ha ricevuto non più tardi di qualche settimana fa, la convocazione per una conferenza dei servizi presso il comune di Sestu per la richiesta di autorizzazione di una grande struttura di vendita non alimentare in località Su Moriscau, conferenza dei servizi alla quale le associazioni come la nostra possono solo portare la loro opinione, ma non hanno diritto di voto, diritto che invece è ad esclusivo appannaggio di Regione, Provincia e Comune”, spiega Confesercenti.
I dubbi. “Allora ci viene spontaneo chiederci: cosa ha la Sardegna di tanto attrattivo per far si che questi grandi gruppi decidano di investire nel nostro territorio in grandi strutture di vendita? Ci chiediamo fino a che punto si vuole arrivare nei confronti di un sistema distributivo che oramai è al collasso, soprattutto per la piccola distribuzione, da cui arriva la vera produzione di ricchezza per il nostro territorio???”, continua l’associazione.
L’appello. “Ma soprattutto ci piacerebbe che chi ci deve tutelare e rappresentare prenda provvedimenti forti a sostegno del piccolo commercio. Sappiamo molto bene che, in virtù della tutela dei principi della libera concorrenza, non è più possibile mettere limiti numerici alla creazione di grandi strutture di vendita, ma sappiamo altrettanto bene che è possibile mettere limiti importanti relativamente all’impatto ambientale, urbanistico e viario, con impegni di varia natura, che cerchi di contrastare il proliferare di questi “mostri” che stanno rovinando la nostra economia, già fortemente danneggiata da una crisi che sembra non voler finire. Chiediamo che i nostri Amministratori Regionali provino con tutte le loro forze a bloccare l’ennesima grande struttura di vendita e che, una volta per tutte siano davvero rappresentative degli operatori commerciali che abitano e fanno vivere il territorio nel quale operano”, conclude Confesercenti.