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Senza fine  la vicenda Is Arenas. Il vicesindaco di Quartu Sant’Elena, Fortunato Di Cesare, replica alle accuse del deputato Pdl, Mauro Pili, che, in mattinata, aveva chiesto un atto di coraggio al Comune perché con voto unanime del Consiglio consenta al Cagliari di finire il campionato nel proprio stadio e "evitare l’umiliazione di una trasferta definitiva".

Ecco cosa scrive Di Cesare:

Gentile Onorevole Mauro Pili, devo rilevare con estremo rammarico che le sue iniziative pubbliche a sostegno dell'apertura dell'impianto di Is Arenas si stanno oramai discostando dal terreno del dialogo tra Istituzioni e di una chiara e corretta informazione sulla vicenda, con pericolose quanto improprie attribuzioni di responsabilità e competenze. Attribuzioni che, francamente, in questo momento oltre ad apparire fuori luogo rischiano di compromettere la serena individuazione di una soluzione.

Spiace constatare, dai toni e dai contenuti dei suoi interventi, l'esuberante leggerezza con cui Lei tratta la questione. Sembra che Le sfuggano gli sforzi e l'impegno profusi da tutti i settori dell'Amministrazione per realizzare il sogno di tutti i Sardi: fare sì che la squadra simbolo della Sardegna non fosse costretta a emigrare fuori dall'Isola. Un impegno, Le ricordo, che ha visto il prezioso concorso di diversi soggetti istituzionali i quali, ciascuno per la sua competenza, ha lavorato e sta tuttora lavorando alacremente per raggiungere un obiettivo comune.

E' il caso di sottolineare che ci troviamo di fronte a un progetto complesso e articolato che ha avuto rivolti umani dolorosi, con grande sofferenza per l'Amministrazione e la comunità quartese. Le ricordo che il sottoscritto, assieme al Sindaco e a due Assessori, è tuttora sottoposto a un procedimento penale proprio per aver rilasciato, previo nulla osta della Commissione provinciale, un'autorizzazione in deroga.

Sembra che tutto ciò sia da Lei ignorato. Anzi, sembra che tutta la vicenda di Is Arenas venga ridotta a una farsa, a un gioco nel quale anche il Consiglio comunale, massima espressione di questa città, venga considerato una dépendance di Facebook.

Nel progetto di Is Arenas noi non siamo la controparte del Cagliari Calcio, ma i partner di un'iniziativa che abbiamo accolto fin da principio con entusiasmo e che intendiamo portare a compimento nell'alveo delle regole e delle competenze istituzionali.

Nel salutarla, sottolineo che non è mio costume fare richiami a chicchessia, tantomeno a chi in un tempo non lontano ha rappresentato i Sardi nella massima carica della Regione, e oggi li rappresenta in Parlamento. Credo infatti non vi sia necessità di ricordare le angustie e le difficoltà del governo di un Ente locale a chi, come Lei, ha conosciuto da Sindaco di Iglesias le medesime responsabilità.

In precedenza era stato Michele Pisano, segretario particolare del sindaco di Quartu, Mauro Contini, a criticare le dichiarazioni di Pili:

All'amico Mauro Pili, stimato per la grande disponibilità e abnegazione profusa nell'attività politica, devo far notare come sia improprio quanto pubblicato. 

Caro Mauro, così si rischia di non fare buona informazione, anche se da sempre tu cerchi di sopperire al meglio a questa esigenza. Nella situazione attuale, tanto complicata quanto delicata, non è corretto far apparire la Giunta quartese come responsabile della vicenda. Addirittura, il Consiglio comunale, organo sovrano e quindi comunque assolutamente libero di prendere posizione, rischierebbe di essere delegittimato: non servono suggerimenti al Consiglio stesso. 

Insomma, questo è davvero il momento meno opportuno per slogan e frasi ad effetto, proprio perché – al contrario – sarebbe auspicabile comprendere la vicenda. Non voglio certamente biasimare la tua importante azione politica, ma intendo ribadire come sia doveroso, anche per l'Amministrazione, le persone e le famiglie che al momento vivono una "particolare" situazione umana, esplicitare al meglio i fatti senza gettare croci addosso a nessuno.

Con sincero affetto.

Non era tardata ad arrivare la risposta di Mauro Pili:"Caro Michele, è ora di assumersi le responsabilità. Nessuno getta croci addosso a nessuno. Il mio è un appello al buon senso e al senso di responsabilità. Ho già detto che non si può perdere altro tempo. E questa è l'ultima chiamata proprio per salvaguardare quello che di buono ha fatto l'amministrazione comunale di Quartu. Per non perdere tutto e causare danni ingenti. I fatti e la storia amministrativa di questa vicenda saranno chiariti con il tempo. Ribadisco che serve un'assunzione di responsabilità: il comune di Quartu è l'unico soggetto che può decidere, ora e in piena autonomia. Se non lo possono fare gli amministratori direttamente per diverse ragioni coinvolgano qualcun altro nell'esecutivo. Non firmare e non far firmare quell'autorizzazione rischia di essere un danno senza precedenti: preferisco ricevere qualche critica per la sollecitazione, reiterata, piuttosto che stare a guardare e stare in silenzio. Di silenzi in questa vicenda se ne sono sentiti fin troppi. E molti di questi appartenevano alla non nobile casta degli ignavi e dei codardi".