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La Sardegna si classifica ai primi posti tra le regioni italiane per il consumo di energia elettrica ad uso domestico. Lo rivela un'analisi della Cna Sardegna.

Nel 2011 il consumo energetico per i servizi generali degli edifici isolani (illuminazione, riscaldamento, ascensori, autoclavi), dopo aver registrato negli ultimi dieci anni un incremento superiore alla media nazionale (1,4% annuo, contro lo 0,8%), si è assestato, in termini procapite, ai vertici del panorama regionale italiano, dove la Sardegna risulta attualmente seconda solamente a Valle d'Aosta e Lazio.
 
"Secondo la Cna – spiga una nota – soltanto una adeguata programmazione e incentivazione da parte della Regione degli interventi di riqualificazione energetica dei fabbricati esistenti può rappresentare in questo momento di crisi una vera e propria boccata d'ossigeno per il settore delle costruzioni, giunto ormai al settimo anno di recessione in Sardegna, e per le famiglie sarde, nell'87% dei casi proprietarie dell'abitazione in cui vivono (la media nazionale è dell'81%) che versa spesso e volentieri in pessime condizioni".
 
"Negli ultimi anni in Sardegna si è investito molto sugli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili – spiegano Bruno Marras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna – ma la nostra regione, come peraltro il resto d'Italia, è in fortissimo ritardo sulla tabella imposta dal protocollo di Kyoto per il contenimento dei consumi energetici".
 
Lo studio della Cna evidenzia infatti come quasi il 16% dei consumi energetici nell'isola siano attualmente coperti dall'energia prodotta dalle fonti rinnovabili (percentuale largamente superiore al dato nazionale  pari all'11%) mentre solo nel 2005 la stessa percentuale fosse pari appena al 3,2%.