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Il Tribunale del Riesame di Cagliari ha respinto la richiesta di scarcerazione di Francesco Rocca, il dentista di Gavoi arrestato con l'accusa di essere il mandante dell'omicidio della moglie, Dina Dore, avvenuto il 26 ottobre 2008 nel garage della sua abitazione.

Rocca, dunque, resta in carcere, dove è rinchiuso dal 28 febbraio scorso. Il collegio presieduto da Massimo Costantino Poddighe, dopo che il pm Danilo Tronci nei giorni scorsi aveva confermato le ragioni dell'accusa, non ha accettato l'istanza che chiedeva l'annullamento della misura cautelare, presentata dal difensore di Rocca, l'avvocato Angelo Manconi.
 
Respinto anche la richiesta, sempre presentata dai legali di Rocca, di trasferire la competenza delle indagini, ora in capo alla Direzione distrettuale antimafia, da Cagliari a Nuoro.
 
Secondo i legali del dentista di Gavoi, sarebbe oramai caduta l'ipotesi di un sequestro finito con la morte dell'ostaggio, di competenza della Dda, mentre l'inchiesta é ora incentrata sull'omicidio commesso a Gavoi, quindi territorialmente coperto dalla Procura di Nuoro. Ma su questa istanza si era pronunciato il Gip di Cagliari, bocciandola.
 
Intanto l'inchiesta continua senza sosta. Anche questa mattina a Gavoi la Polizia ha interrogato alcune persone. Si tratterebbe di giovani, ritenuti persone a conoscenza dei fatti. Secondo l'accusa, infatti, se il mandantedel delitto è il marito di Dina Dore e l'esecutore materiale un giovane del paese, Pierpaolo Contu – all'epoca dei fatti minorenne, in carcere dal 28 febbraio – quest'ultimo, però, non avrebbe agito da solo ma, quella sera nel garage dei Rocca, sarebbe stato in compagnia di qualche complice