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Condannato in primo grado per droga a 6 anni e 4 mesi di reclusione, si era visto sospendere la potestà genitoriale per la rilevanza della pena inflitta, ma ora il suo diritto di padre gli è stato restituito. La Corte d'appello di Cagliari ha infatti accolto il reclamo del difensore dell'imputato, un uomo di 40 anni residente nel quartiere di Sant'Elia, revocando il provvedimento che era stato assunto dal Tribunale dei minori.
 
I giudici di secondo grado hanno chiarito che un'eventuale decadenza della potestà genitoriale può scattare solo con una sentenza definitiva. "Un verdetto di particolare valore – commenta la presidente dell'associazione Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris – in quanto ribadisce che un cittadino ha diritto ai tre gradi di giudizio e fino a quel momento, salvo specifici dispositivi, può esercitare la patria potestà e continuare a rapportarsi con il figlio secondo quanto stabilito in precedenza garantendo ad entrambi e agli stretti familiari di godere dell'affettività".
 
Nel suo reclamo, l'avvocato Carlo Amat aveva sottolineato "l'assenza di elementi di una violazione grave dei doveri genitoriali da parte dell'adulto o di un suo disinteresse per la vita del figlio". E la Corte d'appello – presidente Gian Giacomo Pisotti – gli ha dato ragione. La vicenda risale al luglio del 2009 quando la ex moglie dell'imputato – ora detenuto nella colonia penale di Isili – aveva presentato l'istanza di decadenza contro il coniuge. Il Tribunale dei minori si era poi espresso con un'ordinanza firmata il 16 gennaio 2012.