a-is-arenas-cancelli-and-ldquo-pericolosi-and-rdquo-e-tante-carenze-ecco-i-perch-and-eacute-del-no-del-prefetto

“Anche gli altri stadi aprono in deroga alle norme e c’è quindi una discriminazione di Is Arenas”. Il Prefetto Alessio Giuffrida smentisce la balla: Is Arenas è nuovo e prima di entrare in funzione deve rispondere a tutte le norme, mentre gli altri stadi (si è parlato del Dall’Ara di Bologna e del San Paolo di Napoli) sono preesistenti all’entrata in vigore dei “decreti Pisanu”, e adeguati in base al contesto ambientale in cui già si trovavano.Il fatto, quindi”, spiega la Prefettura in un comunicato diffuso ai tifosi, “che altri stadi non presentino le caratteristiche invece richieste per Is Arenas non può esonerare le istituzioni competenti (Commissione di vigilanza e Comune interessato) dal rispetto delle regole stabilite per la sicurezza del pubblico”.

Ed ecco i problemi dello stadio. La commissione di Vigilanza ha puntato l‘indice l’inidoneità dei cancelli a scomparsa in relazione alle prescrizioni della normativa tecnica che prevede, in caso di necessità, la possibilità di apertura, per motivi di sicurezza, verso la zona di attività sportiva (questi cancelli, dai servizi effettuati in campo durante le partite, sono stati segnalati come particolarmente pericolosi dalle stesse Forze di Polizia), manca il progetto dettagliato dei cancelli destinati al “prefiltraggio” sulla via Olimpia, indispensabili per la gestione dei servizi di polizia e per la sicurezza degli spettatori (in particolare, la società Cagliari Calcio non ha ancora fornito i calcoli sulla “spinta sostenibile”, necessari a verificare se i cancelli possano sopportare la pressione e la spinta del pubblico) e non sono stati presentati il piano di emergenza, correttamente predisposto, per la gestione della sicurezza all’interno dell’impianto e la specifica illustrazione sull’impiego dei “varchi di intercomunicazione” tra i settori (utilizzati per condurre feriti o persone colte da malore ai posti di pronto soccorso).

Poi: è stata richiesta da un mese, ma ancora non è stata presentata la documentazione prevista a fini anticendio per un terzo generatore (soluzione alternativa accolta dalla Commissione di vigilanza per integrare il sistema di alimentazione elettrica in sostituzione dell’allaccio alla cabina elettrica Enel, sottoposta ad indagini della magistratura), mancano infine le prescrizioni relative alla collocazione degli spettatori diversamente abili, (numero dei posti e disposizione), un tracciato stradale separato per l’accompagnamento dei tifosi ospiti (né predisposta una specifica area di parcheggio, che si innesti nei lavori in corso intorno allo stadio) ed è stata rilevata l’incompatibilità con le norme anticendio dei chioschi bar collocati all’interno dello stadio (chioschi peraltro, sistemati accanto alle tribune metalliche, con il rischio di propagazione di incendio e fumo verso il pubblico). E’ invece arrivato il parere aggiornato del Coni. Ma tutti gli altri elementi hanno portato la Commissione provinciale di vigilanza a bocciare l’impianto.

Resta a questo punto l’obiezione, più volte sollevata sui giornali, secondo cui l’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive avrebbe dichiarato “a norma” lo stadio di Is Arenas. La Prefettura spiega che la pronuncia dell’Osservatorio riguarda solo alcuni limitati profili di sicurezza, finalizzati a contrastare la violenza sportiva (tornelli, videoregistrazione, emissione di biglietti nominativi), ma non attiene a tutti i restanti aspetti (strutturali,  impiantistici e di sicurezza generale) di competenza della Commissione di Vigilanza.

E ora? Il lavoro di "ricerca di buon senso" affidato dalla Lega calcio al super Prefetto Achille Serra non è ceto in discesa. Anche perché il comune di Quartu ha ravvisato alcuni abusi e difformità rispetto al progetto nella recente esecuzione di alcuni lavori e gli stessi abusi potranno incidere su quanto è già stato approvato dalla commissione. Il rischio è dunque un'ulteriore dilatazione dei tempi. Spetta tuttavia alla società ed al Comune trovare le soluzioni progettuali e costruttive più idonee per superare l’attuale stato di stallo, determinato anche dalla circostanza che una parte delle opere insiste su aree oggetto di indagine giudiziaria.