L'Unione europea apre una procedura sulla vicenda Tirrenia, Confartigianato attacca e chiede conto alla Regione”. Il Presidente della Confartigianato Imprese Sardegna Luca Murgianu e il Presidente Regionale di Confartigianato Trasporti Giovanni Mellino, prendono posizione sulla comunicazione dell’Unione Europea tesa ad aprire una procedura relativa alle vicende della Tirrenia, e delle sue vecchie partecipate, tra le quali la compagnia Saremar. “Le politiche adottate in questi ultimi anni nel settore del cabotaggio marittimo e della supposta continuità territoriale – sottolinea Mellino – si sono rivelate fallimentari e dannose sia per l’economia sarda che per le imprese. Il crollo del trasporto marittimo, e il conseguente impatto negativo sui numeri del turismo sono davanti agli occhi di tutti e si sono ripercossi sia sul reddito dei sardi che sulla competitività dei sistemi di trasporto merci”.
Il parere di Murgianu invece è che si sia raccontato per anni “che la politica della cosiddetta flotta sarda avrebbe invertito la rotta e avrebbe contribuito a rilanciare questi settori pur in una situazione di crisi. Tutto questo sarebbe avvenuto senza alcun aggravio per le finanze regionali e senza eccezioni da parte dell’Unione Europea”.
Confartigianato, aveva già chiesto maggiore chiarezza sui conti e una valutazione sui possibili risultati: la risposta politica non ci fu. “Solo oggi l’Unione Europea ci dà i dati che dovevano essere pubblicizzati dalla Regione”.
“Ci venne detto più volte che i conti erano a posto e che i risultati sarebbero arrivati; anche contro l’evidenza”. Nel frattempo, sull’onda di questo vento demagogico, vennero approvate norme che, senza alcuna consultazione preventiva con le imprese, istituivano definitivamente la Flotta Sarda e prevedevano un sistema astruso di continuità territoriale merci. Senza tornare sulla fondatezza dei nostri dubbi e delle nostre osservazioni, oggi possiamo osservare la fallimentare stagione della Flotta Sarda 2011-2012 che ha prodotto (dati forniti dalla Regione all’UE) un buco di bilancio della Saremar pari a più di 9 milioni di euro. Ed altri danni potrebbe portarci in termini di sanzioni della stessa Unione. Di fronte ad un tale fallimento qualunque politico dovrebbe fare una seria riflessione sulla propria adeguatezza. Non essendo un partito politico non riteniamo di dover richiedere le dimissioni di qualcuno che potrà autonomamente valutare la propria posizione”. “Ci sentiamo infine di dire – concludono i dirigenti artigiani – che sarà bene, prima di proseguire con la distribuzione dei sogni irrealizzabili e costosi, riprendere un dialogo proficuo con le associazioni d’impresa sulla fattibilità delle politiche, a partire dall’ultimo di questi sogni: la zona franca integrale”.