“Ma perché lo stadio a volte è agibile e a volte no”. Tanti tifosi si saranno fatti questa domanda. Oggi la Prefettura risponde con un lungo comunicato. Dove spiega che lo stadio non è agibile per quanto attiene agli aspetti strutturali e di sicurezza generale. E che via libera alle partite a Is Arenas sono arrivati dal Comune di Quartu e quelli stessi via libera (peraltro arrivati, soprattutto dopo l’arresto dei dirigenti comunali quartesi, dopo non pochi tentennamenti) sono di “dubbia legittimità”, in quanto rilasciati ad un impianto non ancora agibile.
In primisi si ricorda che la sede ufficiale indicata dal Cagliari per l’iscrizione al campionato di serie A non è lo stadio Is Arenas, ma il Nereo Rocco di Trieste. E poi che lo svolgimento delle partite presso lo Stadio di Quartu è sinora sempre stato autorizzato, con l’unica eccezione dell’incontro Cagliari-Juventus, dal sindaco o dagli uffici quartesi.
Sono quindi, decisioni del Comune, che si è assunto la responsabilità di consentire l’utilizzo dello stadio “pur in assenza del requisito dell’agibilità”. Per le prime partite, con lo stadio utilizzato solo in parte, all’autorizzazione del Sindaco sono seguite misure limitative del Prefetto per assicurare un limitato afflusso di pubblico in condizioni di sicurezza (accesso ai soli abbonanti o ai tifosi fidelizzati), mentre per le partite a stadio completamente aperto, l’autorizzazione è stata rilasciata dal Sindaco, con un provvedimento sul quale il Prefetto non ha potere di intervento “se non nel caso in cui sia necessario sospendere o annullare il provvedimento comunale per stretti motivi di ordine e sicurezza pubblica” e questo, aggiunge, è accaduto solo per Cagliari-Milan.
Quanto alla dichiarazione di messa a norma dello stadio da parte dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive (sulla quale si è anche basata la decisione del Tar che ha autorizzato la disputa di Cagliari-Milan a Is Arenas), la Prefettura chiarisce che riguarda solo alcuni limitati profili di sicurezza finalizzati a contrastare la violenza sportiva (tornelli, videoregistrazione, emissione di biglietti nominativi), ma non attiene a tutti restanti aspetti della sicurezza esaminati dalla Commissione di vigilanza. “E’ chiaro, quindi”, chiarisce il comunicato, “che uno stadio dichiarato a norma dall’Osservatorio può non esserlo, come nel caso di Is Arenas, per quanto riguarda gli aspetti strutturali, impiantistici e di sicurezza generale di competenza della Commissione di vigilanza”.
Il comunicato, nelle ultime righe, evidenzia, “come le Istituzioni dello Stato a diverso titolo coinvolte nella complessa e delicata vicenda (Prefettura, Forze di Polizia, Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo) abbiano sinora lavorato intensamente per venire incontro, sempre nel quadro della massima legalità, alle forti aspettative riposte dall’opinione pubblica nella realizzazione della nuova casa del Cagliari, consapevoli dell’alto valore rappresentativo che tutta la Sardegna attribuisce alla squadra e dell’affetto che tutti i tifosi nutrono per il Club rosso blu, non dimenticando, tuttavia, di dover sempre guardare, quale prioritario valore di riferimento, alla sicurezza dei cittadini e, in particolar modo, di quanti, anche adolescenti e bambini, si recano negli impianti sportivi certi di accedere a strutture sicure sotto tutti i punti di vista. L’impegno”, conclude, “continuerà per il futuro con lo stesso grado di intensità, con l’auspicio che il Club sportivo ed il Comune interessato reperiscano, quanto prima, le soluzioni progettuali ed esecutive che consentano di superare le criticità ancora in atto presso l’impianto”.