Non usa mezze misure la consigliera regionale del Partito democratico, Francesca Barracciu: “Le lettere all’Unione Europea per la zona franca sono solo campagna elettorale”.
Le missive del Governatore sono definite “ridicole” e “tardive”: da qui l’ammonimento della vicesegretaria regionale del Pd: “Smetta di prendere in giro i sardi”. Le zone franche per i porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax sono definite con decisione del Governo nazionale e sono funzionali allo sviluppo del traffico merci. “La Giunta regionale quindi – continua- dopo ben quattro anni di governo inconcludente, non ha fatto altro che un piccolo scontato e tardivo passo nell'attuazione di strumenti già esistenti”.
Non è tutto. Secondo la consigliera, il Presidente “crea volutamente confusione sulla pelle dei cittadini e delle aziende sarde”. E spiega: “Va distinto il caso delle zone franche doganali che includono già la Sardegna – come porti ed aeroporti – da quello di altri territori dell'Unione Europea che per ragioni storiche, geografiche, economiche estremamente particolari possono godere di agevolazioni fiscali, commerciali, doganali e in materia di agricoltura e pesca. Si tratta di territori e di alcune isole, come le Canarie, le Azzorre, e piccoli altri atolli che, per evidenti peculiarità in termini di grandezza e di distanza dalla terraferma, godono di condizioni privilegiate”. Il Presidente però “vorrebbe farci credere di star lavorando per assimilare la Sardegna a queste minuscole parti di terra distribuite nell’oceano”, che, secondo quanto sostenuto dalla consigliera “è una prospettiva impensabile, come lo stesso Cappellacci sa”.
Immediata la replica del capogruppo Pdl in Consiglio regionale, Pietro Pittalis: “La Giunta sta compiendo un'azione che non é stata intrapresa nella scorsa Legislatura, ma non é tempo di polemiche. Invitiamo la consigliera regionale ad adoperarsi nella sua nuova veste di parlamentare europea per sostenere questa battaglia. Porti con sé a Bruxelles la bandiera di tutti i sardi e non quella bianca della resa”.