Oltre diecimila lavoratori in tutta la Sardegna – l’ottanta per cento dei quali nella provincia di Cagliari – dovranno votare il testo del nuovo Contratto collettivo firmato venerdì scorso da sindacati nazionali delle Telecomunicazioni e aziende Tlc. Il testo arriva dopo 13 mesi di trattativa e due scioperi unitari del settore.
“Purtroppo – denuncia il segretario provinciale della Slc (Sindacato lavoratori comunicazione)di Cagliari Antonello Marongiu – migliaia di operatori sardi non potranno votare perché lavorano con collaborazioni a progetto senza tutele né diritti”. Marongiu parla di "un esercito di invisibili" che sfugge ai controlli perché riguarda aziende che non sono registrate come call center ma che svolgono ugualmente questa attività. “Stiamo gestendo in questi giorni situazioni di abusi e violazioni diffuse – ha spiegato il segretario Slc sottolineando la collaborazione con il Nidil Cgil, struttura della Camera del Lavoro di Cagliari che tutela i lavoratori con contratti atipici.
La firma del nuovo accordo rappresenta "un passo avanti, soprattutto sul fronte appalti, sub appalti e clausola sociale, uno dei punti più controversi della trattativa: la gestione dei livelli occupazionali e dei contratti nei passaggi di appalti da una società all’altra – spiega ancora Marongiu.
Si interviene anche nella selezione delle imprese che, per lavorare dovranno fornire garanzie di stabilità economica e applicazione dei contratti. “Per evitare il sistema dei massimi ribassi – ha spiegato il segretario provinciale della Slc Cgil Antonello Marongiu – è indispensabile che tutti i lavoratori delle aziende a cui vengono affidate le commesse, abbiano la garanzia del contratto delle Tlc o uno equivalente”.
L’accordo chiarisce inoltre le caratteristiche delle imprese d’appalto – i cosiddetti call center in outsourcing- privilegiando quelle economicamente solide e che garantiscano l’applicazione dei contratti collettivi. Questi nuovi criteri, insieme alla definizione dei minimi contrattuali per i contratti a progetto (che verranno sottoscritti entro un paio di mesi) porteranno all’adeguamento dei piccoli call center agli standard, sia per quanto riguarda le dimensioni e le caratteristiche dei luoghi di lavoro, sia per le paghe.
L’ipotesi di contratto tocca anche il tema del part time con l’obiettivo di incrementare gli orari attraverso la flessibilità ma con meccanismi da valutare ogni anno con incontri e accordi sindacali. Sulla parte economica "un buon risultato: un incremento economico a regime di 135 euro, con un recupero di 15 mesi di vacanza contrattuale pari a 400 euro".