La proposta sulla requisizione temporanea delle terze case sfitte, lanciata recentemente dal consigliere comunale, Enrico Lobina (Federazione della sinistra), ha fatto molto parlare.
“Non è un provvedimento bolscevico”, precisa FdS in una nota. “Il nostro obiettivo è affrontare concretamente l’emergenza abitativa. “La differenza tra la sottrazione permanente di tutte le case o le altre proprietà di valore – aggiunge – e la requisizione temporanea di una terza casa sfitta da almeno un anno, per 18 mesi e in caso di emergenza, son due cose differenti".
Il partito di sinistra ha ricordato che esiste l'istituto della requisizione in proprietà, previsto dall'art. 835 del c.c., che a differenza di quella temporanea, sottrae la proprietà del bene al privato per trasferirla ad una amministrazione pubblica dietro indennizzo. Ma qui si tratta di tutt'altra questione.
“La requisizione che ho auspicato, invece, servirebbe a fornire un’abitazione per un breve periodo a chi, in un periodo di forte crisi economica, non ha risorse per pagare un affitto a prezzo di mercato", chiarisce FdS. “La requisizione è caratterizzata da una temporaneità intrinseca, dalla eccezionalità del periodo di crisi economica, dal fatto che colpirebbe una terza casa inutilizzata e dalla indigenza delle famiglie. Non è un provvedimento che elimina la proprietà privata”.
“Alcuni hanno parlato di provvedimento bolscevico e scomodato categorie politiche come quella del comunismo – conclude la nota – la verità è che uno dei più noti tra coloro che hanno fatto ricorso a questo istituto è stato Giorgio La Pira, storico e amatissimo sindaco democristiano della Firenze del dopoguerra. Utilizzarlo, quindi, avrebbe più a che fare col buon senso, l'etica cristiana e un pizzico di coraggio politico che col marxismo rivoluzionario”.