uras-sel-and-ldquo-fuori-dai-tfo-le-aziende-dei-parenti-dei-politici-and-quot

“La Regione, il suo Presidente, l’Assessore del Lavoro e l’Agenzia regionale del Lavoro facciano l’unica cosa giusta da fare. Se riescono a comprendere che la vicenda tirocini è ormai un esempio eclatante della sfiducia dei cittadini sardi nei confronti della imparzialità, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione regionale, annullino bando e procedura”.

Interviene cosi Luciano Uras nella vicenda dei tirocini formativi e di orientamento. “Bastano poche settimane per fare le cose nel modo giusto”, continua il Consigliere regionale SelArticolare per ambiti provinciali, proporzionalmente alla popolazione residente e al numero dei disoccupati, il portafoglio delle borse per tirocinio in modo tale da non escludere nessun territorio, affidando la procedura ai Csl (centri servizi per il lavoro); acquisire le istanze con riferimento ad aziende, private o pubbliche, in grado di accogliere tirocinanti, come stabilisce la legge, con l’obiettivo di trasferire agli stessi tirocinanti nuove abilità e competenze lavorative, e al contempo favorire l’incontro domanda e offerta; escludere dalla partecipazione aziende che intendano utilizzare il tirocinio come uno strumento di impiego di manodopera a carico del bilancio pubblico, violando così le disposizioni di legge in materia di lavoro; escludere dalla partecipazione le aziende i cui titolari siano parlamentari, europei o nazionali, consiglieri regionali, assessori in carica, o parenti dei dirigenti della pubblica amministrazione regionale.

Per Uras “in alcune circostanze sarebbe opportuno non partecipare a bandi pubblici, anche se la legge non lo vieta. Così succede in altre parti del mondo dove l’immagine pubblica si difende anche con un piccolo sacrificio personale”.