Un aumento degli ascolti del 50% rispetto al 2011, circa 160mila pasti erogati (435 pasti al giorno, tutti i giorni). Inoltre, tra i bisogni espressi, non solo quelli materiali, ma anche la necessità dell’ascolto (23,1%). Sono alcuni dei dati relativi al periodo settembre 2011 – settembre 2012, contenuti nel Dossier 2012 “Costruire la speranza. Promozione umana e tutela dei diritti nell’attività della Caritas di Cagliari”.
“È necessario riscattare la parola la carità- ha sottolineato l’Arcivescovo Arrigo Miglio durante la presentazione – dal valore limitativo che ha assunto anche presso i cattolici e ripristinare quel significato di Agápe che è elemento costitutivo della Chiesa, un punto di arrivo assolutamente essenziale che assomma in sé una visione pienamente antropologica”. Inoltre “l’impegno fondamentale della Caritas – ha continuato l’Arcivescovo – non è volto solo agli interventi materiali, che pur sono indispensabili, ma mira a far crescere una cultura nuova, relativa alla persona e alla sua dignità, fondendo l’aiuto immediato con una progettualità di vita”. Un’azione, quella della Caritas, svolta in simbiosi e corresponsabilità con le istituzioni, come ricordato da Don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana.
Sono complessivamente 2.123 gli utenti dei Centri d’ascolto rispetto ai 1.414 dell’anno precedente: il 47,9% uomini e il 52,1% donne. Tra questi, 74,2% italiani, 25,8% stranieri, con larga prevalenza degli immigrati dell’Europa dell’Est. Il 70% degli assistiti ha un’età ricompresa tra i 25 e i 54 anni.
La maggior parte degli assistiti sono coniugati o conviventi (circa il 56%), seguiti da celibi o nubili (circa il 40%): questi ultimi fanno registrare un forte incremento rispetto all’anno precedente (+11,7 punti). La maggior parte degli assistiti sono disoccupati (68,1%), solo il 15,9% hanno un lavoro. I bisogni prevalenti sono di natura economica (37,5%) e occupazionale (27,7%). Le richieste sono per lo più rivolte ai sussidi economici (26,3%), all’ascolto (23,1%), ai beni e servizi materiali (19,2%) e al lavoro (11,2%). L’unico problema cui gli interventi non hanno potuto porre rimedio è quello della disoccupazione, legato alla grave crisi economica generale. Per quanto riguarda la Mensa, tra settembre 2011 e settembre 2012 essa ha emesso 521 tesserini (per il 65,3% a italiani, per il 34,7% nei confronti degli stranieri): il 73,8% degli utenti sono uomini e il 26,2% donne; l’86,1% hanno fissa dimora, dunque non fanno parte delle tradizionali povertà. Inoltre, al settembre 2012 hanno usufruito di Centri di prima accoglienza 81 persone, in prevalenza donne (82,7%). La maggior parte degli assistiti sono separati/e (51,9%), non hanno una fissa dimora (77,8%) né una retribuzione (92%). Per quanto riguarda i servizi ambulatoriali, dal 1 settembre 2011 al 31 agosto 2012 hanno usufruito delle prestazioni offerte 2.272 utenti, in prevalenza adulti (90,6%) e donne (55,6%). Gli stranieri (67,9%) superano gli italiani (32,1%), conseguenza del fatto che “la maggior parte degli stranieri non gode dell’assistenza sanitaria nazionale e dunque si rivolge alla Caritas”, ha sottolineato Francesco Manca, responsabile Centro Studi Caritas.
Gli effetti della crisi sono stati evidenti soprattutto nell’attività della Fondazione antiusura, con 33 pratiche istruite e andate a buon fine nel 2012 (meno che nei tre anni precedenti), per un totale di circa 486.000 euro.
Nel complesso, dal 2004 ad oggi, sono stati erogati 2.832.690 euro, in accordo con varie istituzioni pubbliche, per un totale di 219 pratiche. Inoltre, l’attività del Prestito della Speranza ha fatto registrare un forte incremento rispetto all’edizione 2009 – 2010, da 29 a 89 pratiche, facendo emergere una crescita del numero delle persone che non hanno sufficienti requisiti di affidabilità per gli istituti ufficiali di credito. Delle 118 pratiche complessive, 73 hanno ottenuto il finanziamento, con una percentuale di buon rilievo. Come ricordato da Francesco Manca, l’esempio della Caritas nell’attività del microcredito è stato seguito dalla Regione, che ha erogato ben 68 milioni di euro, con un tasso di restituzione del 96%.
Durante la presentazione, un riferimento anche all’immigrazione: la creazione della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale permette di istruire a Cagliari le pratiche degli oltre 500 profughi presenti nell’Isola, senza costringerli a recarsi a Roma, ha ricordato da Ettore Businco (Viceprefetto di Cagliari) durante i saluti.
“Gli immigrati che rientrano nell’emergenza Nord Africa – ha continuato Businco – fino al 28 febbraio passeranno sotto la giurisdizione della Prefettura, in attesa di ulteriori sviluppi dopo la scadenza della Convenzione”.
Primo passo ieri verso la Consulta del volontariato, tema proposto dal presidente della commissione competente Fabrizio Rodin (Pd) e sul quale ha spinto sull’acceleratore negli ultimi mesi. Il regolamento, che arriva dopo diverse discussioni, è stato approvato con l’astensione del centrodestra. Secondo il testo approvato si tratta di un organo consultivo del Consiglio e della Giunta con diverse finalità quali la collaborazione tra associazioni, l’elaborazione di proposte su problematiche riguardanti il volontariato e per favorire attività socialmente utili. Del nuovo organismo potranno fare parte le associazioni riconosciute dal Registro Regionale del Volontariato.
Secondo Rodin “non si può pensare che la pubblica amministrazione arrivi ovunque, semplicemente non ce la fa. Riescono ad avere una ramificazione capillare le associazioni di volontariato. Quindi – spiega – l’amministrazione deve agevolare il più possibile le associazioni non concedendo soldi ma tramite opportunità e servizi. In questo modo mettiamo in rete le associazioni tra loro e con il Comune”.