Alcune considerazioni sullo stato del dibattito in corso su Tuvixeddu.
Mi sembra che la questione continui ad essere strumentale ad una contrapposizione politica anziché ad una ricerca di soluzioni possibili.
E' sconfortante che la tutela del paesaggio e del patrimonio storico sia stata usata in una prova di forza tra Regione e Comune prima, e ora voglia diventare un vanto e una vittoria per l'Amministrazione Zedda nei confronti della precedente Amministrazione Floris.
Il Parco e il Museo Archeologico della Necropoli di Tuvixeddu, e soprattutto la soluzione che l’irrisolto problema Tuvixeddu-Tuvumannu rappresenta per la città da più di trent’anni, dovrebbero essere un vanto per la città e una vittoria per tutti. Una questione di questa importanza non può essere usata e strumentalizzata in una disputa tra opposte fazioni. Se il vero interesse pubblico fosse stato dall'inizio la “rinascita” di Tuvixeddu, si sarebbe cercato il dialogo con tutte le forze in campo per discutere insieme il progetto, valutare le possibili modifiche e le integrazioni, unire le forze e le risorse, anziché entrare pesantemente a gamba tesa senza valutare i danni enormi causati dal blocco drastico del progetto in termini economici, umani, sociali e anche ambientali.
Tuvixeddu è maturato per la forza potente che emana, e stava per iniziare la sua nuova vita non certo per la vittoria di una parte sull’altra, non per volontà politica ma grazie al lavoro di tanti che si sono impegnati moltissimo e ci hanno creduto fino in fondo, fino al lavoro di bravissime archeologhe, operai e tecnici che si sono sentiti parte di un momento importante nella storia della città.
Nei molti anni di lavoro abbiamo visto succedersi Sindaci e Governatori, Assessori e Presidenti di tante commissioni, ma Tuvixeddu è stato sempre un progetto apartitico e al di sopra delle parti.
Le "famigerate fioriere" sono diventate e continuano ad essere una rozza arma di attacco.
Ci è stato chiesto più volte di inserire “un segno forte”, ma abbiamo sempre pensato che non ce ne fosse bisogno proprio per la straordinarietà della natura del luogo. Non è questa la sede per spiegare “le fioriere” ma solo la lettura attenta del progetto può rispondere alle facili accuse. Il varco di ingresso a quella città dei morti, il passaggio ad una dimensione atemporale che predispone alla visita, o la necessità di continuità del percorso di visita alla necropoli che non deve interferire con quello pubblico e di servizio, sono solo alcuni argomenti. Ora si dice che è da debanalizzare ed è dannoso. Auguro a tutti e a me stessa di vivere abbastanza a lungo per vedere quando sarà realizzato il Parco nella completezza del progetto ora tanto criticato, e vedere come sarà. Allora se ne riparlerà.
Eliana Masoero