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Una risoluzione che impegna il Governo “ad individuare iniziative per far conoscere su scala nazionale e per far studiare nelle scuole di tutti gli ordini e di tutti gradi la figura e la straordinaria opera di Grazia Deledda per il suo importante contributo culturale” è stata votata dalla commissione Cultura di Montecitorio. La firma è di Elena Centemero, responsabile Scuola del Pdl e poi i parlamentari, Pili, Barbieri, Vella, Nizzi. L’obiettivo è quello di individuare per il 2013 modalità di celebrazione dell'autrice sarda e di Canne al Vento, di cui ricorre il centenario dalla pubblicazione. 

 Di recente è stato presentato, tra gli altri, al Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e al Ministro del lavoro Elsa Fornero un appello dalle associazioni Se Non Ora Quando, Noi Donne 2005, Feminas in Carrelas perché Grazia Deledda venga reintegrata nel canone della letteratura italiana nei prossimi concorsi. Anche perché nel programma di letteratura italiana del concorso a cattedre in corso non compare Grazia Deledda. Inoltre tra i nomi possibili della letteratura italiana, è assente il nome di Grazia Deledda, “peraltro ampiamente trascurata nei programmi scolastici curriculari. Sembra”, si legge nella risoluzione, “che esista una cecità selettiva verso la rappresentatività femminile e verso i meriti delle donne che evidentemente colpisce anche il Ministero dell'istruzione”.

Secondo il documento la vita e la storia personale di Grazia Deledda appaiono “particolarmente formative ed esemplari per le studentesse e gli studenti italiani sia dal punto di vista letterario sia per la capacità, straordinaria per una donna di quell'epoca, di superare l'ostilità familiare e dell'ambiente nuorese e di affermare la sua passione per la letteratura, le sue capacità e il proprio talento per la scrittura”. Non solo: “altro elemento di forte valenza pedagogica ed educativa consiste nella costanza, nello spirito di sacrificio e nella perseveranza per mezzo dei quali l'autrice riuscì ad affermare il suo talento letterario, nonostante i giudizi non sempre positivi della critica contemporanea a cominciare da Benedetto Croce, superando i pregiudizi dell'epoca secondo cui «una donna scrittrice non può essere onesta». Grazia Deledda”, conclude, “è inoltre una figura esemplare perché seppe conservare sempre un atteggiamento modesto e riservato, non partecipando quasi mai ai ricevimenti e alle feste mondane e apparendo raramente in pubblico”.