Non si placano le polemiche su Tuvixeddu. Il Comune sta mandando avanti i lavori per la riapertura del parco archeologico che conta di inaugurare in primavera. Ma resta in stand by tutto il resto del compendio (canyon, cava di via Is Maglias, villino Mulas catino e Tuvumannu) congelato dalla sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2011 che rinvia ogni edificazione all’adeguamento del puc (piano urbanistico comunale) al ppr (piano paesaggistico regionale). E i vincoli stringenti di quest’ultimo complicano non poco l’intervento edilizio di Coimpresa, approvato nel 2003.
Nel frattempo il Comune ha deciso di mandare avanti i lavori per l’apertura definitiva alla città del parco archeologico. “Il parco che è in fase di realizzazione non solamente è un francobollo e una riproposizione del progetto di Eliana Masoero e Livio De Carlo, ma addirittura è una storpiatura di questo”, attacca l’Urban center cittadino, “le fioriere rimarranno lì, tanto è che gli operai le stanno seppellendo (come giustamente previsto nel progetto originale), la necropoli non sarà visibile perché stanno realizzando delle inferriate alte più di un metro, del museo del parco non si parla nemmeno e inoltre ci chiediamo chi abbia dato l'autorizzazione alla realizzazione di piste in calcestruzzo proprio nell'area della mezzaluna sotto il fronte di cava”. Gli studenti auspicano l’intervento di una figura di rilievo internazionale che possa estrarre dal cilindro una soluzione per sbrogliare la matassa, garantendo i servizi (previsti nel progetto) per i residenti della zona.
“Quello che verrà aperto è un fazzoletto d terra che, in realtà, in parte era già parco e sul quale insistono le orribili superfetazioni delle passerelle metalliche. L'apertura del parco attuale contiene un paradosso”, spiega Antonello Gregorini dei Riformatori, “una parte dell'area utilizzata è stata trasferita al comune solo in virtù dell'accordo di programma, la cui contestazione e l'opposizione in sede amministrativa da parte del medesimo comune potrebbe portare alla restituzione delle aree. Ne consegue che il comune sta investendo dei soldi pubblici su aree potenzialmente private”. I Riformatori chiedono al Comune “azioni convincenti che volgano alla risoluzione dei problemi, una conciliazione transattiva con il privato e l'apertura dei 21 ettari + 3 del parco progettato”.