Chi inquina paga. Sulla base di questo principio i Verdi hanno presentato un esposto in Procura contro l’inquinamento nel Sulcis. Portovesme, Portoscuso, Iglesias: terre di miniere, industrie e anche malattie. Sulle quali i Verdi cercano di individuare i responsabili.
“Abbiamo firmato una denuncia per chiedere l'applicazione della direttiva europea 2004/35/CE, secondo la quale "chi inquina paga”, spiega Roberto Copparoni, segretario provinciale dei Verdi, “in Sardegna ci sono decine di siti minerari dismessi nei quali sono presenti grandi quantità di bacini sterili e discariche dove sono ammassati senza alcuna precauzione materiali dannosi e tossici come zinco, piombo, arsenico, cadmio, molti dei quali ubicati nel Sulcis/Iglesiente”.
Il Sulcis. In quest’ultima provincia la situazione ambientale è “drammatica”, sottolineano gli ecologisti, a causa delle mancate bonifiche e dell’ulteriore carico di sostanze tossico-nocive presenti nella discarica di Genna Luas che ospita gli scarti di lavorazione dei fumi di acciaieria della Portovesme Srl. “La discarica”, spiega il documento, “localizzata nelle immediate vicinanze di Iglesias e destinata allo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi per complessivi un milione e 400 mila metri cubi”.
La produzione dei rifiuti industriali è concentrata nella provincia di Cagliari (93%) ed in modo particolare nell’area industriale di Portovesme dove fanghi rossi e scorie solide del polo piombo-zinco rappresentano il 75% del totale regionale.
I dati. Il Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari e militari della Regione Sardegna, che rileva nelle aree minerarie, e più specificatamente nei comuni di Arbus e Iglesias, parla chiaro:
Arbus: l’area mineraria dell’arburese e guspinese mostra una mortalità in eccesso di circa il 10% negli uomini, prevalentemente a carico delle malattie respiratorie (+149%) e del tumore polmonare (+28%). L’insieme delle cause evitabili mostra un consistente eccesso (+28%) sulla media regionale. Tra le donne non si registrano differenze se non una diminuzione della mortalità per malattie dell’apparato digerente (-51%). Considerando i ricoveri e i ricoverati resta confermata nelle donne la diminuzione per patologie dell’apparato digerente, insieme con le respiratorie e le urinarie, mentre vi è un aumento della prevalenza di malattie circolatorie (tra 1% e 8% a seconda se consideriamo tutte le diagnosi o la sola diagnosi principale). Tra gli uomini non si registrano eccessi sulla base dei dati di ricovero ospedaliero, e addirittura si registra una prevalenza inferiore alla media regionale per le malattie respiratorie ma un forte aumento se consideriamo la patologia ostruttiva (asma bronchiale) e le silicosi. Non è da escludere una codifica opportunistica per cui ad un deficit di malattie respiratorie corrisponde una maggior codifica di malattie respiratorie di origine professionale, tra i ricoveri, e una diminuzione di codici relativi a condizioni terminali (quali ad esempio “collasso cardiorespiratorio”) nella mortalità.
Iglesias: l’area mineraria dell’iglesiente mostra negli uomini degli eccessi per le malattie respiratorie (+38%), le malattie urinarie (+130%), i tumori maligni (+10%) e il tumore polmonare (+50%). Nelle donne si osserva una diminuzione della mortalità generale rispetto alla media regionale (-8%), prevalentemente legata alla cause circolatorie (-14%), ed un eccesso per le malattie urinarie (+52%). La prevalenza ed i ricoveri ospedalieri sono aumentati rispetto alla media regionale, come per tutta la Asl. Sono confermati tra gli uomini gli eccessi per malattie respiratorie, urinarie, i tumori maligni ed i tumori del polmone. Eccessi per le stesse cause si osservano nelle donne, sia considerando i ricoveri che i ricoverati.
Anche nel Piano di Bonifica delle Aree Minerarie Dimesse del Sulcis Iglesiente Guspinese si legge che ”… l’industria estrattiva ha determinato uno sviluppo economico positivo ma, la gestione non sempre corretta delle attività ha determinato l’eccessivo sfruttamento delle risorse, lasciando una pesante eredità in termini di salute umana e degrado ambientale”.
Le accuse. Le accuse dei Verdi vanno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulle quali dovrebbero gravare gli oneri di risarcimento dei danni ambientali causati dalle Società Pubbliche responsabili dell’inquinamento dell’ambiente e del territorio. E viene lanciato un appello al Governatore Cappellacci, perché chiami in giudizio, per il risarcimento del danno ambientale, le società pubbliche e private responsabili dell’inquinamento dell’ambiente e del territorio ed eserciti tutte le prerogative della Regione Sarda in materia di disciplina dell'attività mineraria imponendo all’Igea l'esecuzione di tutti i lavori, radicali e definitivi, per la messa in sicurezza e per il ripristino ambientale dei siti minerari dismessi.
Viene anche richiamata l’attenzione sulla situazione ambientale lasciata dall’Alcoa a Portoscuso, dalla Rockwool a Iglesias e dalla Sardinia Gold Mining a Furtei. La denuncia, oltre che dai Verdi, è stata sostenuta anche da: Franco Branca, Giorgio Asuni, Paolo Leone Biancu, Giacomo Meloni, Bernardus Agus, Paola Meli, Claudia Zuncheddu, Paolo Mureddu, Salvatore Melis e sarà presentata dagli Avvocati Roberto Frongia e Anna Maria Busia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.