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Stop al centro commerciale alle vecchie ferriere di Elmas. La Giunta regionale, con una delibera del 21 novembre scorso (uno degli ultimi atti dell’ex assessore Giorgio Oppi prima di abbandonare l’esecutivo), ha spedito alla valutazione di impatto ambientale il progetto.

Nero su bianco dubbi su tutto il progetto che ha vissuto una storia travagliata. La società Villa del Mas srl ha presentato, ad aprile 2012, l’istanza di verifica di assoggettabilità a Valutazione di  Impatto Ambientale relativa al progetto “Riconversione ad attività commerciale dell’ex laminatoio Fas di  Elmas ”.

L’intervento, (costo 18 milioni di euro, finanziato con capitali privati) consiste nella riqualificazione dell’edificio un tempo adibito a laminatoio nell’area ex Fas (Ferriere Acciaierie Sarde), ai fini del cambio di destinazione d’uso in locale commerciale, destinato a Grande struttura di vendita.

L’area, un sito industriale dismesso, accanto alla laguna di Santa Gilla e all’aeroporto, un tempo di proprietà della Società Ferriere ed Acciaierie Sarde, che ha svolto, dal 1962 al 1994, attività di produzione di ferro tondo per cemento armato, attualmente è oggetto di un procedimento di bonifica. L’immobile, che costituiva il laminatoio della acciaieria, ha una superficie di circa 32 mila mq, con un volume di circa 590 mila mc. Al suo interno è prevista la realizzazione di una superficie di vendita pari a 28 mila 857 mq di cui 3 mila 226 di superficie alimentare e 25 mila 331 di superficie non alimentare. È inoltre prevista la realizzazione dei parcheggi a servizio (tre spiazzi differenti), pari rispettivamente a circa 35 mila 300 mq capace di contenere mille e 400 posti auto. C’è anche il piano per la viabilità una rotatoria di accesso in corrispondenza della via Sulcitana, l’utilizzo delle attuali corsie di accelerazione e decelerazione per l’ingresso e l’uscita dalla statale 130 e l’introduzione di una strada esclusiva per garantire il raggiungimento delle attività commerciali e produttive già presenti a ridosso dell’area di intervento e il potenziamento del sistema di svincoli presenti in direzione aeroporto.

Ed ecco i problemi evidenziati dall’assessorato regionale all’Ambiente. In primis le bonifiche.  Una  porzione dell’area venne utilizzata a partire dal 1988 come discarica di scorie di acciaieria e di altri materiali di risulta. E le procedure non sono mai state completate. C’è poi il nodo degli impatti a livello di assetto territoriale e trasportistico, “amplificata dal cumulo con altri progetti previsti nell’area, che la  proponente non ha considerato e di cui dovrà tenere conto ai fini dell’analisi degli impatti cumulativi”. Dubbi anche sugli aspetti progettuali (materiali di scavo e infrastrutture) e ambientali. Soprattutto la movimentazione, rimozione e smaltimento di “tutti i rifiuti di natura edile (materiali da demolizione, rifiuti ferrosi, etc) e delle coperture in cemento amianto dell’edificio exlaminatoio”,  peraltro non quantificati, neppure in maniera approssimativa”. Lo stesso proponente evidenzia che “nella fase di cantiere per la realizzazione degli interventi … particolari cautele e accorgimenti si renderanno necessari per limitare l’eventuale esposizione dei lavoratori impegnati nell’esecuzione dei lavori civili/edili e degli eventuali frequentatori delle aree residenziali esterne” e che “i lavori di riconversione che saranno condotti nelle aree interne al sito potranno produrre la dispersione di polveri in atmosfera originate dalla movimentazione di terreni e materiali potenzialmente contaminati, con potenziale interessamento anche delle aree esterne adiacenti al sito e della popolazione ivi residente”. Da qui le cautele per Elmas dove le abitazioni più prossime all’area d’intervento distano circa 1 km, a circa 500 metri è presente l’Istituto tecnico agrario e la relativa azienda, mentre l’aeroporto dista circa 500 metri in linea d’aria. Così la realizzazione dell’intervento “non può prescindere da una valutazione approfondita di possibili impatti sulla salute della popolazione causati dalla ricaduta al suolo di polveri potenzialmente contaminate”. Altri dubbi relativi all’impatto sulle falde sotterranee, sulla fauna e sull’inquinamento acustico.

L’Assessore Oppi riferisce quindi che il Servizio Savi, “considerato che la documentazione depositata non risulta sufficiente per consentire la comprensione delle caratteristiche e delle dimensioni del progetto, della tipologia delle opere previste e del contesto territoriale e ambientale di riferimento, nonché dei principali effetti che possono aversi sull'ambiente”, ha concluso l’istruttoria con la proposta di sottoporre alla procedura di Via l’intervento in oggetto, per individuare e valutare più approfonditamente “l’entità degli impatti potenziali, l’analisi di alternative progettuali”. In stand by anche il progetto residenziale, sempre della società Villa del Mas nella zona delle vecchie ferriere: 580 alloggi (300 a canone concordato e 280 di edilizia privata), costo di 85 milioni di euro, 70 sono pubblico/privati e 15 chiesti alla Regione. L'intervento di Elmas è stato ammesso lo scorso anno, ma con riserva: l'area delle vecchie ferriere è ancora zona industriale e il Comune di Elmas aveva garantito la disponibilità alla variante urbanistica in caso di ok al progetto da parte della Regione.