Anche quest’anno l’associazione Onlus VIP Sardegna (Viviamo In Positivo) ha aperto le porte, con un nuovo corso di formazione, a giovani generosi che vogliono dedicare un po’ del loro tempo agli altri. Di questo si occupa infatti VIP: dispensare sorrisi a chi vive nella sofferenza in ospedali, case di riposo, orfanotrofi, case famiglia, comunità di disabili e ovunque ci sia bisogno di gioia ed allegria.
Sono 27 i nuovi volontari che si sono aggiunti agli altri 113 già in attività.
“I nuovi clown sono strepitosi, alcuni hanno già fatto il loro primo servizio e altri lo faranno nelle prossime settimane. Molti mandano nella mailing list le loro condivisioni e per noi che svolgiamo servizio da diversi anni è una gran bella emozione rivivere la nostra prima volta attraverso le loro parole. Il prossimo corso sarà a Sassari nel mese di marzo, mentre quello di Cagliari si svolgerà a Settembre (2013). Abbiamo già avuto diverse richieste. Questi corsi per noi sono veramente importanti perché danno entusiasmo a chi continua a far parte dell'associazione e consentono di sostituire chi per svariati motivi deve abbandonare temporaneamente o definitivamente il volontariato attivo”.
Diego Zedda, educatore nella Casa Famiglia dei Padri Somaschi di Elmas, fa parte della VIP Sardegna, una Onlus operativa dal 2004 a Cagliari grazie a Giovanni Canargiu, ora presidente, e dal 1997 sul territorio nazionale. L’associazione, Viviamo In Positivo (VIP), raggruppa circa 140 volontari che si alternano per dispensare sorrisi, a Cagliari nel reparto di pediatria dell’ospedale Brotzu. Diego è uno di loro da cinque anni.
Camicione colorato, naso rosso di plastica, scorta di palloncini e predisposizione alla gioia: sono gli strumenti con cui i volontari VIP lavorano, o meglio si regalano, nelle loro ore di volontariato.
“Se fai il volontario per te stesso hai vita breve. Quando vesto i panni di Smile, il clown, tutto quello a cui penso è dedicarmi completamente ai bambini, alle famiglie che troverò in reparto. Ci sono momenti di allegria e soddisfazione ma ce ne sono tanti emotivamente devastanti. Certe volte ti trovi di fronte realtà davvero disperate e ti sembra di essere fuori luogo, devi trovare il tatto, la discrezione, devi avere l’esperienza per capire come agire. Questi momenti ti mettono alla prova, e se sei là esclusivamente per te stesso, per dare un tono alla tua autostima, molli la presa perché scopri che non sono solo pernacchie e palloncini”.
Come se non fosse nulla di eccezionale Diego parla della sua esperienza e sottolinea di non sentirsi affatto speciale. Come lui i tanti volontari suoi colleghi sono convinti che dedicarsi agli altri sia una cosa normale. Si imbarazzano se qualcuno li chiama “esempi” ma hanno di diritto un posto tra i nostri eroi cittadini perché vivono la generosità come pane quotidiano.
“Io non voglio conquistare orizzonti, ho un mio piccolo spazio, il mio metro quadro. E’ poco, ma faccio di tutto perché sia un metro quadro speciale, per me e per gli altri”.