I quattordici dipendenti di Invitalia, agenzia a supporto della nascita di nuove imprese da parte di disoccupati con il prestito d'onore, lasceranno la Sardegna e si trasferiranno a Roma.
I sindacati, Cgil, Cisl e Uil questa mattina hanno lanciato l'allarme.
Sono varie le conseguenze negative secondo le organizzazioni sindacali: l'isola perderà un presidio locale ritenuto fondamentale per una ripresa dello sviluppo in un'area come il Sulcis; vi sarà la fuga di cervelli, professionalità che in dieci anni hanno determinato nascita e sviluppo di oltre 4 mila nuove imprese, creando occupazione per circa 7 mila senza lavoro e impegnando sul territorio circa 100 milioni. Infine c'è la vicenda personale dei 14 lavoratori che manterranno il posto di lavoro grazie all'assorbimento della capogruppo Invitalia ma che hanno dovuto subire mobilità e licenziamenti.
"Proveremo in tutti i modi – ha spiegato Giovanni Matta, segretario regionale Cisl – a fermare questa fuga. Innanzitutto invieremo una lettera ai Capigruppo in Consiglio regionale e chiederemo un incontro con il governatore Ugo Cappellacci. Ci sembra assurdo perdere questa esperienza e questa speranza per il futuro occupazionale dell'isola soprattutto in un momento delicato come questo".
Il rappresentante della Cisl punta il dito contro la Regione: "Si era impegnata a trovare una soluzione per far rimanere l'agenzia nel territorio, ma non se ne è fatto più niente. Già da oggi a causa della chiusura degli uffici di Sviluppo Italia in Sardegna un disoccupato che sta avviando una nuova impresa si deve rivolgere agli uffici di Roma".