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Il presidente della Regione,Ugo Cappellacci. interviene in Consiglio durante la discussione sulla Finanziaria 2013. Pronto allo scontro frontale con il Governo centrale. Tra le ipotesi non presentare il bilancio che altrimenti sarebbe di tagli alle categorie più deboli. Poi la proposta forte: "Auto-determinare con legge regionale il patto di stabilità interno, adeguandolo al nuovo livello delle entrate".

“La scelta vera – ha dichiarato Cappellacci – è quella se fare un bilancio con dolorosi tagli alle categorie più deboli, con conseguenze in termini di “macelleria sociale” a cui saremo costretti, oppure quella di non fare il bilancio prendendo tempo, dandoci un termine fino a febbraio. Sarebbe una forte denuncia nei confronti dello Stato, per provare a giocarci, tutte le carte possibili per costringere il Governo in carica, prima delle elezioni politiche nazionali, a riconoscere alla Sardegna l’adeguamento dovuto del nostro patto di stabilità.

L’appello al dialogo. "L’appello che rivolgo al Consiglio – ha continuato il governatore – é finalizzato a scongiurare che la nostra economia, il nostro sistema sociale, debba pagare ancora ulteriori tributi che non sarebbe più in grado di sostenere. Sto proponendo al Consiglio di utilizzare i prossimi mesi, non per una logorante discussione sulla manovra finanziaria, che ci vedrebbe divisi su tutto e soprattutto sui dolorosi tagli che saremmo costretti a fare.

Le soluzioni possibili. "Dobbiamo fare uno sforzo straordinario per costringere lo Stato ad assumersi le proprie responsabilità – ha spiegato il presidente – rimuovendo una volta per tutte i limiti insostenibili del nostro patto di stabilità e la forbice anomala rispetto al livello delle nostre entrate. Prima delle prossime elezioni politiche nazionali, sono convinto che abbiamo ancora qualche chance di successo. Ma solo se saremo in grado di attivare, senza indugi, una vera azione unitaria della Sardegna (di tutto il Consiglio regionale e dei nostri parlamentari), con una mobilitazione politica mirata".

Lo scontro con il Governo centrale. “Se ancora una volta il Governo si mostrasse insensibile alla nostra denuncia – ha concluso Cappellacci – credo sia doveroso che il Consiglio valuti allora la possibilità di auto-determinare con legge regionale il patto di stabilità interno, adeguandolo al nuovo livello delle entrate. La prima implicazione di questo gesto sarebbe quella di costringere il Governo ad impugnare la nostra legge e questo, finalmente, lo costringerebbe al contenzioso davanti la Corte costituzionale".