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Il Fai (Fondo ambiente italiano) e il Wwf hanno chiesto al Governo di impugnare la legge n. 20 della Regione Sardegna ("Norme di interpretazione autentica in materia di beni paesaggistici") che 'salva' gli edifici e le strutture costruire nei 300 metri dalle zone umide. Secondo le due associazioni ambientaliste, la norma, che tra gli altri dovrebbe evitare la completa demolizione di un palazzo di Cagliari, in Via Gallinara, a pochi passi dallo stagno del Parco di Molentargius, sarebbe "in contrasto con l'articolo 9 della Costituzione Italiana e con gli obblighi internazionali di tutela del paesaggio".

"Siamo contro l'ennesimo tentativo di modificare il paesaggio sardo in chiave speculativa – fanno sapere Fai e Wwf in una nota -. La legge regionale, con la scusa di predisporre un'interpretazione autentica delle norme tecniche di attuazione del Piano paesistico regionale (Ppr) vigente, nella pratica esclude la tutela paesaggistica sulle aree limitrofe alle zone umide, che il Piano redatto dalla Giunta Soru aveva invece opportunamente equiparato alle coste, ai fiumi e ai laghi, sottoponendole allo stesso vincolo di tutela di 300 metri dalla linea della battigia. Le zone umide, come lagune e stagni – spiegano – sono aree di grande interesse paesaggistico di cui la Sardegna è ricca e oggetto di ampia tutela anche nel diritto europeo per il loro elevato valore ambientale".

"Questa – osservano Fai e Wwf – è una modifica che apre una breccia a pericolosi interessi speculativi e che rischia di compromettere irrimediabilmente il paesaggio sardo. Il Ppr sardo può essere modificato solo nel rispetto delle procedure previste – concludono – e non attraverso 'scorciatoie' come è avvenuto con la legge n. 20, emanata in tutta fretta anche per superare una recente sentenza del Consiglio di Stato che riconosceva, in coerenza con il Ppr vigente, la tutela per le zone umide".