Alloggi, cure mediche, scuole per i bimbi e lotta alla discriminazione. Sono solo alcune delle linee guida che articolano il progetto della Caritas per l’inclusione sociale dei rom, dopo l’abbandono del campo sosta sulla 554. A ottobre la Regione ha ufficializzato lo stanziamento dei fondi (300 mila euro) e poco dopo il Comune ha detto sì al piano triennale redatto dalla Caritas.
La Regione. La Regione interviene il 5 ottobre scorso, assegnando al Comune 300 mila euro per interventi di inclusione sociale delle famiglie Rom, a seguito dello sgombero del Campo sosta (ridotto a “discarica di rifiuti e assolutamente incompatibile con la presenza di esseri umani” in seguito ad una prolungata attività di smaltimento illecito di rifiuti nocivi), sulla base dei progetti presentati dal Comune, condizionando però la liquidazione delle somme assegnate alla presentazione di un rendiconto delle spese sostenute.
La Caritas. Alla luce del ruolo riconosciuto alla Caritas dalla progettazione comunale in materia di inclusione sociale della popolazione Rom, l’organizzazione diocesana presenta, il 10 ottobre scorso, una nuova proposta operativa. Ma perché l’amministrazione sceglie la Caritas per gestire lo sgombero e la successiva strategia di inclusione abitativa dei rom e non altri?
Ecco le motivazioni dell’amministrazione: l’organizzazione capillare nel territorio e un ineguagliabile radicamento sociale, per l’esperienza e conoscenza delle problematiche relative ai bisogni primari della popolazione, perché gestisce volontari e operatori preparati, motivati e disponibili alla collaborazione con l'ente locale e poi perché è in grado di operare in sinergia con le organizzazione nazionali della Chiesa cattolica, in quanto tra gli indirizzi pastorali della Cei c’è quello di favorire prioritariamente l'inclusione sociale della popolazione Rom. E, infine, cosa non da poco, è in grado di utilizzare ingenti risorse economiche e strutturali proprie, per migliorare, potenziare e dare immediatezza agli interventi programmati.
Il progetto. Il piano triennale della Caritas si articola su 6 diverse linee guida.
La prima è quella dell’inclusione abitativa (la più dispendiosa, stanziati 192 mila euro), che prevede la ricerca sul mercato degli alloggi necessari all'ospitalità dei nuclei familiari rimasti privi di dimora e il supporto nelle operazioni burocratiche connesse all'alloggio, come la stipula dei contratti di locazione e dei contratti di fornitura di acqua ed energia e il pagamento dei canoni.
C’è poi l’accoglienza: manutenzione ordinaria degli alloggi, acquisto di arredi e elettrodomestici e attività connesse all’adattamento degli stessi alloggi alle esigenze del nucleo abitativo Rom accoglienza temporanea dei soggetti privi di alloggio presso una struttura intermedia (28 mila euro).
Poi ci sono l’inclusione scolastica (inserimento scolastico dei minori, 30 mila euro), la formazione e sostegno all’attività lavorativa (elaborazione di progetti individuali e familiari di inclusione sociale, da sottoporre all'approvazione del Servizio sociale professionale, che prevedano stabili forme di inserimento lavorativo, altri 30 mila euro) e la salute (cura e assistenza sanitaria, supporto all'accesso ai servizi territoriali e accompagnamento alla vaccinazione, in collaborazione col Sevizio “Igiene Pubblica” della Asl 8, 10 mila euro).
Altrettanti 10 mila sono per il sostegno giuridico e attività antidiscriminazione: e cioè supporto nei rapporti con le pubbliche autorità in riferimento alla delineazione dello status giuridico dei rom, creazione di una rete anti-discriminazione, in collaborazione con l'Unar, dipartimento “Pari opportunità” della Presidenza del Consiglio dei ministri, mediazione linguistica e culturale, atta a favorire il dialogo tra i rom e l'amministrazione comunale, le altre pubbliche autorità, nonché il tessuto sociale di riferimento.