"La prima cosa che farei se dovessi entrare a Palazzo Chigi, è di andare in piazza Colonna, cercare una ragazza di colore, figlia di immigrati, che frequenta la scuola in Italia e le direi sei un'italiana". Pierluigi Bersani sbarca in Sardegna e a Olbia, davanti ad una platea di oltre 500 persone al Museo archeologico, parla delle sfide di oggi e di domani.
"Il nostro paese si merita le zone alte della civilizzazione – dice il segretario del Pd raccogliendo applausi – dobbiamo guardare all'Italia del domani, perché abbiamo bisogno di una risposta civica che ci dia la forza per affrontare il tema del lavoro. Il problema oggi è che si sta restringendo la base produttiva e dei servizi". Bersani ha quindi parlato di programmi, sottolineando che "vanno attaccati ai principi di moralità".
Il segretario del Pd, in Sardegna in vista delle primarie di domenica ha poi concluso: "Dobbiamo uscire da queste primarie con il taglio che daremo poi alla campagna elettorale per le elezioni politiche e amministrative. Dobbiamo portarci avanti e metterci a lavorare sin dal giorno dopo le primarie, perché il problema vero dell'Italia è che la ruota non gira, ma questo non è un problema tra giovani e vecchi, non vuol dire certo mandare a casa chi ha l'esperienza, semmai lavorare insieme per far risollevare l'Italia e recuperare un minimo di credibilità".
La tappa a Macomer si è trasformata in un tuffo nel passato. Proprio nella caserma dell'Esercito nelle campagne del Marghine, il giovane Pierluigi ha prestato il servizio di leva come molti altri suoi coetanei arrivati dalla Penisola per il corso addestramento reclute (Car). Accompagnato dal comandante della struttura, ha ripercorso quei corridoi e quelle camerate spingendosi sino all'infermeria, dove aveva svolto qualche mansione da soldato semplice.
Sulle primarie: "Vogliamo molta partecipazione e se facciamo un albo è perché vogliamo avere davanti la comunità dei progressisti italiani a cui rivolgerci anche per altre consultazioni – ha aggiunto – Non ho mai avuto dubbi che le primarie non dovessero essere aperte: certo è che ci sono persone diverse ma anche messaggi diversi dentro un'unica comunità. Non abbiamo bisogno di fuoco amico – ha concluso Bersani – ricordiamoci che abbiamo già tanti avversari".
Infine una battuta su Berlusconi: "Berlusconi è incerto se andare in Kenia o scendere in campo: mi sembra più che stia negli spogliatoi e mandi qualcun altro a vedere se sia rimasto ancora il campo".