Per ora è solo un’indiscrezione: un noto paesaggista italiano proporrà una nuova soluzione per tutto il progetto Tuvixeddu-Tuvumannu. La notizia l’hanno data i ragazzi dell’Urban center che ieri mattina hanno completato il video “Tuvixeddu 2012” e guidato, con l’assenso di Coimpresa, un gruppo di giornalisti tra i tesori del colle.
Il nome del professionista (“estraneo a Cagliari e alla Sardegna”), che avrebbe già effettuato un sopralluogo sul colle, non è stato ancora reso noto. Ma sarebbe in dirittura d’arrivo una nuova soluzione per Tuvixeddu di alto livello che riguarderebbe tunnel di via Castelli, via Is Maglias, canyon, ma soprattutto il parco archeologico.
E chissà che la vicenda non esca così dal dimenticatoio. A bloccare l’imponente progetto tra viale Sant’Avendrace e via Is Mirrionis, è stata la sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2011 che ha confermato la validità dei vincoli paesaggistici del ppr (equiparando l’importanza del paesaggio attorno al bene pubblico al bene stesso) e, come ormai sembra ammettere anche la società, imposto lo stop delle costruzioni a Tuvixeddu.
Tuttavia, del denaro necessario a istituire, progettare e realizzare il grande parco archeologico promosso da Legambiente e sostenuto dal centrosinistra in consiglio regionale, non c’è traccia. E, a un anno dalla scadenza dell’accordo di programma, sembra non esserci nemmeno traccia della volontà politica di mettere mano alla questione. E così, in attesa di una exit strategy, la situazione nell’area è desolante.
Lo sterrato di via Is Maglias (in passato utilizzato come parcheggio dagli studenti della facoltà di Ingegneria) è una foresta recintata di erbacce che ricoprono anche lo scavo delle opere di urbanizzazione. Lo stop all’asse via Cadello via Is Maglias ha lasciato il tunnel di Tuvumannu interrotto all’altezza di via Castelli, un cantiere in via Is Maglias che dirotta il traffico e i pedoni a una curva pericolosa e un contenzioso milionario tra il Comune e l’impresa esecutrice.
Due i palazzi privati che hanno avuto la concessione edilizia (venduti quasi la metà degli appartamenti, fanno sapere i tecnici della ditta) e costruiti in via Is Maglias. Il canyon soggetto a cedimenti, il villino Mulas in pessime condizioni dopo l’incendio che rischia il crollo in alcuni punti, il catino allagato e il capannone che doveva ospitare il museo un rudere che fa gola agli sbandati. Ed è abbandonata anche la necropoli. “Il rischio”, spiegano i giovani dell’Urban center, “è che le decorazioni delle tombe subiscano danni irreparabili”.
“Quando vedremo”, chiede Francesco Accardo, dell’Urban Center “o meglio quando avremo, finalmente Tuvixeddu fruibile dalla collettività con un parco archeologico vero e che non banalizzi il luogo e la sua importanza storico-archeologica e della memoria collettiva dei Cagliaritani?”