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“Le società sportive della Sardegna sono a rischio fallimento”: il grido di dolore è lanciato dal Presidente Regionale del Coni Gianfranco Fara che denuncia lo stato di estrema difficoltà in cui, da qualche tempo, è costretto ad operare lo sport sardo che sta subendo pesantemente le conseguenze del disinteresse degli organi politici regionali.

Sotto accusa, in particolare, il disimpegno della Regione nei confronti degli obblighi derivanti dalla legge sullo Sport che prevede, in maniera chiara, interventi economici a sostegno dell’attività sportiva.

Ebbene, malgrado i richiami espliciti della legge, obblighi e scadenze vengono sistematicamente disattesi creando difficoltà ormai insostenibili da parte dei sodalizi sportivi sardi. Al punto che molti presidenti hanno dovuto far fronte ad impegni economici assunti in precedenza attingendo a risorse personali o ricorrendo a prestiti onerosi.

I ritardi riguardano in particolare i contributi previsti per l’anno 2011/ 2012, mai erogati con il pretesto dei vincoli previsti dal patto di stabilità. “Pretesto inesistente”, afferma il Presidente del Coni Fara, “perché si tratta di fondi che appartengono a capitoli di spesa già previsti in legge e che, pertanto, hanno una capacità di erogazione immediata”.

Non solo. La Regione ha “inspiegabilmente” bloccato anche i fondi derivanti dall’avanzo di cassa registrato in occasione degli ultimi Giochi delle Isole, svoltisi a Cagliari, Sassari e Alghero nello scorso mese di giugno e per i quali l’amministrazione regionale aveva stanziato la somma di un milione di euro.

“La situazione”, prosegue il comunicato, “al momento, è talmente grave che il Coni ha rinunciato ad incassare l’anticipazione del contributo assegnato per il 2012 col solo scopo di consentire alle società di non interrompere del tutto l’attività giovanile e la liquidazione dei contributi a favore degli atleti che, negli anni passati, hanno ottenuto risultati di particolare prestigio.

E’ chiaro però che”, conclude, “in mancanza di un intervento immediato, la condizione di emergenza è destinata ad aggravarsi con conseguente paralisi dell’attività sportiva e disagi irreparabili in un settore della vita civile che, occorre ricordarlo, si regge sull’attività disinteressata e generosa di migliaia di persone che, peraltro, non escludono di dar luogo, nei prossimi giorni, a clamorose forme di protesta”.