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Chi ha vinto il primo scontro delle primarie? La domanda rivela la risposta: il centrosinistra. Mentre il centrodestra prova a far uscire il dinosauro dal cilindro (parole e musica di Silvio Berlusconi), lo schieramento progressista vive una bella serata di democrazia. Cinque candidati si confrontano sui programmi ai microfoni si Sky. Un bel duello, seppure con poco pathos.

Sul piano dialettico –come in un reality show – la spunta ai punti Pierluigi Bersani, con il passo del furbo maratoneta. Il segretario del Pd è abile a presentarsi come un vecchio saggio, il padre affidabile e autorevole. Non vende false speranze e illusioni, non è mai polemico, seppure prometta sventolate di liberalizzazioni. Rassicurante e credibile. Voto 6,5.

Staccato Nichi Vendola. Il suo lessico immaginifico è sognante, il leader di Sel risulta un tenero acchiappanuvole. Vivace, ardente, appassionato. Voto 6

Laura Puppato, invece, è la delusione. Non in sintonia con i tempi televisivi, lenta, spesso fuori tema, non incide e non produce un’idea nuova. Anche chi la sostiene si aspettava di più. Voto 5.

Tabacci è la sorpresa. Abile affabulatore, illumina la sua performance quando rivendica con vigore per il futuro Governo la presenza di 36 sottosegretari. Voto 6.

E Matteo Renzi? Il sindaco di Firenze è quello che si trova più a suo agio tra le telecamere. Bello il passaggio in cui manda un elogio a Massimo Zedda: il sindaco di Cagliari “è il primo ad aver varato una Giunta per metà composta da donne”. Voto 6.

Ora il dibattito si sposta ora a Cagliari. Come spiega nel suo blog il giornalista Vito Biochini, giovedì 15 alle 20, all’Exma, lo storico Miguel Gotor e l’assessore provinciale alla Cultura, Francesco Siciliano, si parlerà ancora di primarie e di centrosinistra. Mentre il centrodestra è ancora fermo al palo.