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Un colpo di fucile e la vita di un dodicenne è appesa a un filo. Ora lotta per sopravvivere in un letto del reparto di rianimazione dell'ospedale San Francesco di Nuoro: vi era stato trasportato d'urgenza, questa mattina, con un elicottero dei vigili del fuoco dopo una tragica battuta di caccia nelle campagne di Irgoli, in un terreno di un allevatore del paese. Il ragazzino, nonostante la giovane età, è un appassionato delle doppiette e spesso accompagna il padre e il fratello maggiore nelle uscite domenicali.

In questa terza giornata di cassa manna nell'Isola, il rito si é ripetuto. In tuta mimetica come gli esperti, il ragazzino si è immerso tra i cespugli aspettando l'ambita preda. Davanti a lui, in un'altra posta, gli adulti pronti a sparare.

Quando finalmente qualcosa si è mosso, tutti hanno pensato al cinghiale ed è partita la fucilata: purtroppo tra la macchia non c'era nessun animale e il colpo, micidiale, non ha lasciato scampo al ragazzino, raggiunto alla testa.

Erano circa le 9.30. I soccorsi sono stati immediati. Prima il 118 poi l'arrivo dell'elicottero e il trasporto d'urgenza al San Francesco di Nuoro. Le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Dopo gli esami di routine e una prima Tac, la decisione dei medici di portarlo in sala operatoria per un intervento disperato.

Sotto choc il cacciatore che ha esploso il colpo inavvertitamente, Francesco Paletta, 64 anni, ex carabiniere ora in pensione. L'uomo, a cui è stato subito sequestrato il fucile, è già stato ascoltato dai carabinieri della compagnia di Siniscola, guidati dal capitano Andrea Senes, così come sono stati sentiti i familiari del dodicenne. C'é da chiarire, in particolare, il perché della presenza di un ragazzino così giovane in una compagnia di caccia al cinghiale.

La legge che disciplina l'attività venatoria non prevede la figura di accompagnatori né tanto meno la presenza a qualsiasi titolo di minori. Occorrono 18 anni per richiedere la licenza. Ci sono poi delle regole basilari da seguire proprio per evitare incidenti, in primo luogo il rispetto delle distanze di sicurezza, il fucile scarico nelle stradine di campagna e negli attraversamenti e abbigliamenti il più possibile visibili.

L'ex ministro del Turismo Vittoria Brambilla, convinta animalista, non ha dubbi: "Prima aboliremo la caccia, meglio sarà. I numeri testimoniano una vera e propria strage". Secondo gli ultimi dati dell'Associazione Vittime della caccia, in 35 giorni, dal 1 settembre al 20 ottobre, le doppiette hanno ucciso 13 persone, tra cui un bambino, e ne hanno ferite 33, tra attivisti e non.